I primi anni Venti sono quelli in cui i Gran Premi riscuotono forse il maggior clamore di pubblico assiepato lungo il tracciato di gara per acclamare i suoi eroi.
Nel 1924, proveniente dalla Fiat, giunge in Alfa Romeo Vittorio Jano che viene incaricato proprio da Nicola Romeo di progettare la P2. Neanche lo stesso patron dell’Alfa sa che l’auto che ha appena commissionato sbalordirà tutto il mondo per le sue prestazioni, divenendo presto una vera icona del motorismo: il suo dominio in gara sarà indiscusso. La sua superiorità sarà talmente imbarazzante che i piloti dell’Alfa non avranno rivali per tutta la stagione agonistica e spingeranno il pubblico stesso persino ad annoiarsi per questa condizione.
La prima P2 creata dal progettista torinese è un due litri di otto cilindri in linea con compressore Roots da 140 cavalli a 5500 giri/min., quattro marce, capace di spingersi alla velocità di 225 km/h. Viene assemblato il 2 giugno 1924 e collaudato in tutta fretta al Portello da Campari ed Ascari per essere subito pronto a partecipare alle corse. E’ un susseguirsi di vittorie, in Italia così come all’estero, che culminerà con la vittoria del primo Campionato del Mondo per vetture Gran Prix che donerà all’Alfa Romeo l’alloro allo stemma.
SCHEDA TECNICA
anteriore, longitudinale verticale, 8 cilindri in linea
Struttura biblocco e teste fisse in acciaio
Cilindrata cc 1987
Alesaggio x corsa mm 61×85
Distribuzione 2 alberi a camme in testa con comando a ingranaggi
Numero valvole 2 per cilindro
Rapporto di compressione 6:1
Alimentazione 2 carburatori, compressore volumetrico a lobi
Accensione magnete
Raffreddamento a liquido
Lubrificazione a carter umido
Potenza massima 140 CV a 5500 giri/min
Cambio 4 marce + RM
Telaio Longheroni e traverse in lamiera di acciaio
Freni a tamburo, meccanici
Serbatoio carburante capacità litri 145
Velocità massima km/h 225
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