Periodicamente l’elenco delle vetture ufficialmente riconosciute come di interesse storiche cresce e si impreziosisce di modelli più o meno prestigiosi, ognuno con una propria storia, un percorso più o meno travagliato che l’ha portata negli anni ad essere oggetto di attenzioni da parte dei collezionisti.
Sia chiaro: fermo restando la legittimità di ciascuno a godere quotidianamente della propria vettura storica (dando per scontato che ciò non avvenga usufruendo delle agevolazioni assicurative riservate dalle società ai veicoli riconosciuti come di interesse storico collezionistico) crediamo che l’argomento, peraltro già abbondantemente discusso,debba suscitare ulteriori considerazioni di carattere più tecnico.
Prendendo come riferimento il periodo tra il 1989 ed il 1994, cioè il quinquennio precedente il riconoscimento dello status di storicità della vettura, potremmo formulare un elenco di vetture più o meno interessanti, commercializzate dall’Alfa Romeo che oggi attirano neofiti collezionisti e consolidati nomi dell’ambiente nella ricerca “del modello da comprare”. In maniera piuttosto semplicistica e riduttiva (ma per nulla superficiale…) ne vogliamo selezionare tre:
Alfa 75, SZ (e versione scoperta R.Z.) e 164.
Perché questi modelli? Semplice: ognuna di loro, a modo proprio, ha rappresentato (e rappresenta) un punto ferma nella Storia del Marchio, vuoi per soluzioni stilistico tecnologiche che per indiscutibile “appeal” negli ambienti degli appassionati.
Ciò non vuol dire che le altre non lo siano ma, nel periodo, la Spider era già “anziana” ed ha vissuto solo un restyling e la 33, pur restando un ottimo progetto, ha avuto una diffusione talmente elevata da non poter rappresentare (se forse non per le versioni con motori di maggior cubatura) un investimento collezionistico.
La 75. Ultima berlina della Casa a dotarsi del ponte De Dion che debutta alcuni anni prima con l’Alfetta, incarna l’essere Alfista di una generazione che ha vissuto il finire degli anni Ottanta e gli anni Novanta sul sedile posteriore dell’auto. I viaggi guardando papà ed il contachilometri che sale rapidamente, sempre più su, con il sottofondo dell’ultimo bialbero non ha eguali. Tra le sue versioni sicuramente sceglieremmo per prestazioni (e maggior valore intrinseco dettato dal minor numero di esemplari prodotti) le versioni Twin Spark, 1.8 Turbo e V6. Valore per un esemplare in ordine di meccanica, carrozzeria ed interni: da 5000 a 15mila euro.
La SZ. Amarne le linee spigolose o odiarle, questo il dilemma. Immaginiamo che ogni Alfista propenda più per la prima ipotesi dettata dall’esclusività di un disegno Zagato che eredita la meccanica sofisticata transaxle con cambio al retrotreno della gloriosa e vincente 75 Imsa. Il largo utilizzo di materiali termoplastici (carrozzeria in Modar) la appesantisce leggermente, ma è indubbia la resa d’immagine da “supercar” per quest’auto a cui iene abbinato il propulsore 3.0 V6 da 210 cavalli. La ricca strumentazione rivolta al pilota, poi, ne accentua il carattere di sportività. Solo 1036 esemplari (e solo 278 per la sfortunata versione scoperta R.Z.) sono oggi ambitissimi da collezionisti di tutto il mondo con valutazioni che vanno dai 35mila euro per la coupé, fino ai 50mila per la versione scoperta.
La 164. Berlina lussuosa, dalla linea futuristica ed accattivante, è la prima Alfa Romeo nata dalla gestione Fiat sul pianale Tipo 4 sviluppato in comune con Lancia (Thema), Fiat (Croma) e Saab (9000), da cui si distingue per le numerose modifiche tecniche. Il successo non tarda a giungere in Italia, in Europa e anche negli USA, per cui vengono sviluppate apposite versioni. Rispetto alle altre vetture nate sullo stesso pianale, la 164 si distingue per la linea più filante – frutto anche della collaborazione con Pininfarina – adatta ai gusti degli sportivi quanto ai doveri di rappresentanza cui l’auto è chiamata. Da comprare sicuramente le versioni sei cilindri e la sempre più rara Q4, le cui quotazioni sono costantemente in rialzo.