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Dodge Challenger SRT Demon di SpeedKore venduta all’asta per 135.000 euro

La muscle car ha ricevuto soltanto un trattamento completo in fibra di carbonio e nessun’altra modifica

Dodge Challenger SRT Demon SpeedKore asta

Il mese scorso vi abbiamo riportato che Bring A Trailer stava proponendo all’asta un esclusivo esemplare della Dodge Challenger SRT Demon modificata da SpeedKore. Dopo una settimana di offerte, la prestante muscle car in fibra di carbonio è stata venduta per 160.000 dollari (135.708 euro).

Per riferimento, uno dei soli cinque esemplari della Challenger SRT Demon by SpeedKore costa 75.000 dollari in più rispetto alla Demon originale quando era nuova. Quest’asta ha dato la possibilità a statunitensi e canadesi, che si erano persi la possibilità di acquistare uno dei soli 3300 esemplari realizzati in fabbrica, di entrare in possesso della prestante muscle car ma con l’aggiunta delle modifiche della famosa società di tuning.

Dodge Challenger SRT Demon SpeedKore asta
Dodge Challenger SRT Demon by SpeedKore motore

Dodge Challenger SRT Demon: lo speciale esemplare modificato da SpeedKore ha trovato una nuova casa

La descrizione dell’annuncio di vendita di Bring A Trailer riporta che questa vettura ha percorso solo 320 km e presenta ancora gli adesivi originali. Come anticipato nelle scorse righe, la mascle car ha ricevuto un trattamento completo in fibra di carbonio il quale ha permesso un risparmio di peso di circa 90 kg rispetto alla Demon standard.

SpeedKore ha costruito appena cinque esemplari di questa vettura, quindi sicuramente è parecchio desiderabile. A parte la carrozzeria in fibra di carbonio, il resto è rimasto originale. Ciò significa che sotto il cofano troviamo ancora l’originale motore Hemi V8 sovralimentato da 6.2 litri capace di sviluppare una potenza di 820 CV e 917 nm di coppia massima.

Secondo l’annuncio di vendita, questa Dodge Challenger SRT Demon pare abbia girato per più saloni di auto come modello di esposizione e ciò viene confermato anche dai pochi chilometri percorsi.

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