Ripensando ad un’intervista del grande Enzo Ferrari in occasione dei 75 anni dell’Alfa Romeo, non ho potuto fare a meno che soffermarmi su alcune sue considerazioni.
Sotto il segno del Quadrifoglio Verde, infatti, Ferrari non ebbe solo grandi soddisfazioni che ne contraddistinsero la vita professionale, ma conobbe alcuni dei suoi più cari amici: Antonio Ascari, Giuseppe Campari, Tazio Nuvolari, Ugo Sivocci.
All’ombra dei capannoni di via Gattamelata, al Portello, il ventunenne Enzo Ferrari cominciò a formare il suo carattere, quello che poi divenne “terribile” per tutti i suoi collaboratori. Per lui, giovane ed impulsivo, la parentesi milanese fu una grande maestra di vita senza la quale non sarebbe mai riuscito ad essere ciò che poi divenne. Da essa, anche sbagliando, trasse i primi insegnamenti senza i quali mai sarebbe riuscito a creare quell’ azienda modenese che rappresentava il coronamento di un sogno.
Con la sua Scuderia diede molto al blasone del Biscione visconteo, ma è anche vero che ricevette altrettanto, mescolando così la sua storia a quella della leggendaria Alfa Romeo: una buona base di partenza direi.
Riflessioni dello stesso Enzo Ferrari (riprese in apertura del periodico ufficiale della Casa “Il Quadrifoglio” numero 2 di gennaio-marzo 1985), quando la sua mente andò indietro all’agosto del 1952, quando ricevette dall’ingegner Quaroni, allora Direttore Generale dell’Alfa Romeo, un telegramma di congratulazioni per la prima vittoria della Ferrari in un Campionato del Mondo.
A quel messaggio augurale rispose con una missiva: “Cari amici dell’Alfa, permettetemi di incominciare così questa lettera che vi scrivo dopo tanti anni. Il vostro telegramma di oggi mi ha portato una grande ventata di primavera e nel cielo terso ho letto, con chiarezza sconcertante, l’intero libro dei nostri ricordi. Venti anni ho vissuto con voi: quanti fatti, avvenimenti, uomini sono passati! Tutto e tutti oggi ho ricordato. Ho ancora per la nostra Alfa, siatene certi, l’adolescente tenerezza del primo amore, l’affetto immacolato per la mamma! Credetemi, vostro Enzo Ferrari.”
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