La scorsa settimana, FCA ha annunciato in via ufficiale l’avvio della produzione di mascherine in Italia. Ad occuparsi della realizzazione di questi dispositivi di protezione saranno gli stabilimenti di Mirafiori e Pratola Serra. Dal punto di vista industriale ed occupazionale, la notizia ha avuto un impatto mediatico particolarmente rilevante soprattutto per lo stabilimento di Pratola Serra, in provincia di Avellino.
A differenza di Mirafiori, al centro della “rivoluzione elettrica” di FCA con la produzione della 500 elettrica e, in futuro, di nuovi modelli Maserati, lo stabilimento di Pratola Serra ha pochi investimenti per il suo futuro e il rischio di una chiusura, o di una drastica riduzione delle operazioni, dopo la fusione con PSA è concreto. L’avvio della produzione di mascherine rappresenta, quindi, un’importante boccata d’ossigeno per lo stabilimento.
Nei giorni scorsi, i sindacati, con un messaggio condiviso da diverse sigle, hanno promosso l’operazione. In queste ore, a confermare il parere positivo di tutto il mondo sindacale, arriva anche l’approvazione di Cisal Metalmeccanici con il segretario della provincia di Avellino, Massimo Picone, che ha accolto in modo molto positivo la notizia per il futuro di Pratola Serra.
“Ottima iniziativa quella relativa all’installazione nella fabbrica di Pratola Serra delle prime linee per la produzione di mascherine. Dopo l’annuncio di Fiat, resta certo qualche interrogativo ma ad oggi è sembrata la scelta più giusta per rilanciare un comparto ed uno stabilimento che aveva subito i danni dell’emergenza Covid in termini di vendite nel ciclo produttivo dell’automotive”
Secondo Picone, l’avvio della produzione di mascherine a Pratola Serra è “un progetto che non possiamo che approvare tenendo però sempre in considerazione la necessità di non snaturare la mission produttiva dell’impianto di Pratola Serra”. Il rappresentate dei lavoratori conferma quanto già era stato anticipato nelle scorse settimane da diversi esponenti del mondo sindacale.
La produzione di mascherine è sicuramente una buona notizia, per i livelli occupazionali, ma non deve essere considerata come la risoluzione di quelli che sono i problemi strutturali dello stabilimento irpino del gruppo FCA.
I dubbi sul futuro di Pratola Serra
Pratola Serra è uno dei pochi stabilimenti inclusi solo marginalmente nel “Piano Italia”. A differenza di Termoli, altro stabilimento di produzione di motori di FCA in Italia dove verrà realizzato un nuovo motore benzina ibrido, per Pratola Serra e novità in arrivo sono minime. FCA, infatti, ha annunciato la produzione di nuovi motori diesel del Fiat Ducato che diventeranno il riferimento delle operazioni industriali nello stabilimento.
Successivamente, il gruppo ha confermato l’arrivo di un aggiornamento degli attuali diesel già presenti nella gamma di diversi modelli FCA. Tale aggiornamento, frutto di un investimento di “appena” 50 milioni di Euro, servirà ad adeguare le unità diesel ai nuovi standard sulle emissioni. Al momento, non prevista la realizzazione di una nuova generazione di motori a gasolio. Per il futuro, infatti, i modelli FCA dovrebbero utilizzare le unità in arrivo dal gruppo PSA.
Per il futuro di Pratola Serra, quindi, è chiaro che le novità in arrivo sono poche. Molto probabilmente, sarà necessario attendere la conclusione della fusione tra FCA e PSA e la nascita di Stellantis per saperne di più. Ricordiamo che le due aziende hanno confermato di non voler chiudere alcun stabilimento. Nel frattempo, Pratola Serra continuerà a produrre (pochi) motori diesel e (tante) mascherine con la piena approvazione dei rappresentati dei lavoratori.