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In auto da Croazia, Grecia, Malta o Spagna: autodichiarazione coronavirus

Che cosa firmare in ottica anti-Covid

autodichiarazione

Allarme Covid per chi arriva in auto da Croazia, Grecia, Malta o Spagna. O con altro mezzo. C’è l’autodichiarazione coronavirus. Infatti, si sta verificando un bel guaio, non previsto dal Governo Conte: tutte le precauzioni del lockdown potrebbero rivelarsi inutili, col rischio di seconda ondata di pandemia. Che ci metterebbe in ginocchio.

Autodichiarazione coronavirus: cosa c’è scritto

Ingresso in Italia dopo aver soggiornato o transitato, negli ultimi 14 giorni, in uno dei seguenti Paesi: Croazia, Grecia, Malta, Spagna. In questo caso si applicano le seguenti misure di prevenzione, alternative tra loro.

  1. C’è un obbligo di presentazione al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli dell’attestazione di essersi sottoposte. Quando? Nelle 72 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale. A cosa? A un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo.
  2. Obbligo di sottoporsi a un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine. O entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento.
  3. In attesa di sottoporsi al test presso l’azienda sanitaria locale di riferimento le persone sono sottoposte all’isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora: azienda sanitaria.

Caso a parte per il Covid

E se non rientro in nessuno dei 3 casi su? Prima autodichiarazione coronavirus.

Dichiaro di non aver transitato o soggiornato, nei 14 giorni precedenti all’ingresso in Italia, in uno dei seguenti Paesi: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Cile, Colombia, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica dominicana, Kosovo, Montenegro, Romania, Serbia.

Seconda dichiarazione contro il coronavirus

  • Necessità di fare ingresso in Italia per motivi di lavoro, salute o urgenza assoluta e per una durata massima di 120 ore.
  • Transito sul territorio nazionale per fare rientro nel proprio Paese di residenza o dimora (durata massima consentita di permanenza in Italia: 36 ore).
  • Ingresso in Italia, per comprovati motivi di lavoro, da parte di cittadini o residenti di uno dei seguenti Paesi (cerchiare il Paese di cittadinanza o residenza): San Marino, Stato della Città del Vaticano, Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Regno Unito, Andorra, Principato di Monaco, Bulgaria, Romania, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Ruanda, Repubblica di Corea, Tailandia, Tunisia, Uruguay.
  • Personale sanitario in ingresso in Italia per l’esercizio di qualifiche professionali sanitarie, incluso l’esercizio temporaneo di cui all’art. 13 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18; M) lavoratori transfrontalieri in ingresso in Italia per comprovati motivi di lavoro o per rientro presso la propria residenza o dimora.
  • Appartengo a imprese aventi sede legale o secondaria in Italia in rientro sul territorio nazionale per comprovate esigenze lavorative e dopo una permanenza all’estero di durata non superiore a 120 ore.
  • Funzionari e agenti, comunque denominati, dell’Unione Europea o di organizzazioni internazionali, agenti diplomatici, personale amministrativo e tecnico delle missioni diplomatiche, funzionari e impiegati consolari, personale militare nell’esercizio delle loro funzioni.
  • Alunni e studenti che frequentano un corso di studi in uno Stato diverso da quello di residenza o dimora, nel quale ritornano ogni giorno o almeno una volta la settimana.

Dopodiché, ci si mette in quarantena. Per chi sgarra, si tratta di un reato bell’e buono.

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