Il 1957 fu un anno importante per Lutz Colani, un anno dove mise in atto tutte le conoscenze acquisite quattro anni prima in California presso la Douglas Aircraft.
Prima di tutto Lutz decise di cambiare nome. D’ora in poi si sarebbe chiamato Luigi Colani e per dimostrare quanto valevano le sue intuizioni aerodinamiche prese lei, la vivace ed elegante spider de “La Dolce Vita”, l’Alfa Romeo Giulietta Spider di Orazio Satta Puliga e Rudolf Hruska con il bialbero da 1290 cc per svestirla dal classico stile di Giovanni Battista Farina trasformandola in quella che si sarebbe chiamata per sempre, Colani Alfa Romeo.
Colani had finalised his studies as an Aeronautic engineer at Sorbonne in France in 1953 and had done his first work at Simca. The first complete car body finalised in fiberglass.
1954 he went to Italy where he received the Golden Rose at Geneva exhibition for his design of Fiat 1100 Special.
Giulietta, la spider della rinascita italiana e Luigi Colani non erano i soli protagonisti dell’impresa. Per realizzare il suo sogno, Luigi Colani da Berlino si accompagnò al viennese Karl Albert Abarth, diventato Carlo a Torino.
Un ménage à trois quello di Luigi Colani, Giulietta e Carlo Abarth, ispirato da una passione ossessiva per l’aerodinamica, allora scienza imperfetta.
Intuizioni, fili di lana e tanto, tanto empirismo.
Biodynamic, così venne chiamata la reinterpretazione di Colani delle forme fluide della natura in aerodinamica. Una svolta stilistica che accompagnerà tutta la lunga, quasi interminabile esistenza di Luigi Colani.
Aerodinamica è raggiungere la maggior velocità possibile in rettifilo e percorrere le curve oltre l’aderenza meccanica creando de-portanza.
Quell’equilibrio che cercano tutti i piloti per vincere, il bilanciamento tra lift e drag.
Carlo e Luigi sanno come trattare Giulietta. Prolungano a punta oltremisura la presa d’aria anteriore allungando il cofano facendolo precipitare a spiovente verso il basso e praticano la sagomatura a doppia bolla sul tetto. Un artificio per ridurre l’altezza dell’abitacolo, diminuire la sezione frontale ed alloggiare la sommità della testa degli occupanti.
Ampio, spazioso e luminoso il lunotto curvo che da forma al posteriore che si conclude con un’innovazione di Colani, oltre la coda tronca di Wunibald Kamm, firma delle TZ di Ercole Spada. Luigi Colani incurva la coda all’interno per richiamare dal fondo scocca i flussi d’aria. Un’intuizione geniale ed innovativa.
Una Giulietta quella di Luigi Colani e di Carlo Abarth decisamente prorompente, una forma distinguibile da lontano e da seguire da vicino, sintesi di convinzioni aerodinamiche sperimentali, ma anche mai sperimentate.
I battilastra sagomarono il foglio di alluminio in quelle forme morbide, protese a punta, contenendo il peso in 780 kg che uniti ai 110 CV del bialbero da 1290 cc diedero prova di prestazioni memorabili.
La Giulietta rivestita da Luigi Colani raggiunse i 210 km/h. Fu all’Inferno Verde che la Giulietta Colani divenne una leggendaria Alfa Romeo.
La prima vettura gran turismo ad infrangere il record dei 10 minuti al Nürburgring.
Luigi Colani aveva visto giusto. Insieme a Carlo Abarth creò dalla Giulietta spider una piccola innovativa coupé airflow che divenne una delle Abarth più rare mai costruite, utilizzabile su strada.
Così fu che proprio da quella Giulietta, Luigi Colani creatore di forme fluidità e del Biodynamic design si affermò in ogni campo fino a diventare uno dei più influenti industrial designer a cavallo dei due secoli.
di Alberto Spriano