Anche a Spa-Francorchamps la musica, come era ovvio, non cambia. Il Gran Premio del Belgio si chiude con una delle solite doppiette a firma Mercedes con Lewis Hamilton davanti a tutti con 89 vittorie sul ruolino personale; a due soli successi di distacco dal record finora apparso imperante di Michael Schumacher. Se tutto continuasse su questa linea, l’inglese della Stella potrebbe eguagliare il risultato di Michael proprio al Mugello ovvero a casa della Ferrari. La stessa Ferrari che in Belgio è protagonista di un crollo pazzesco, certificato già da un venerdì di prove libere disastroso che anticipava un sabato e una domenica d’altri tempi. I due piloti del Cavallino Rampante chiudono infatti in 13esima piazza, Vettel, e 14esima piazza, Leclerc.
Lewis Hamilton vince per la quinta volta in questa stagione, partendo dalla pole position. Alle sue spalle troviamo quindi il compagno di squadra Valtteri Bottas dal quale Hamilton possiede un vantaggio di 50 punti che diventano 47 nei confronti di un ottimo Max Verstappen ancora il primo degli altri, terzo al traguardo.
Volendo essere sinceri, Bottas non è mai stato capace di impensierire il suo compagno di squadra ma questo è ormai un evidente dato di fatto. Il finlandese però ha aperto ad una piccola polemica via radio quando dal muretto gli impedivano l’utilizzo della piena potenza disponibile. Sebbene Valtteri fosse partito a razzo durante l’avvio di campionato, ora subisce il solito crollo che lo pone nella condizione di cronico scudiero dell’inglese tanto che ha dovuto comunque lottare duro per difendersi dall’arrembante Max Verstappen costantemente alle sue calcagna.
Verstappen attesta il suo valore
Anche questa volta la terza forza in campo non è concretamente la Red Bull, ma piuttosto la Red Bull di Max Verstappen. L’olandese fornisce un ulteriore attestato del suo valore che ci mette del suo per provare ad attaccare Bottas e per difendere col coltello fra i denti una seconda posizione nella classifica iridata meritatissima. Max è il primo degli altri, ovvero il primo tra quelli che non guidano una Mercedes, peccato per le gomme che sul finale non gli hanno consentito di sferrare un deciso attacco nei confronti di Vallteri.
L’olandese avrà comunque compreso che queste temibili Mercedes appaiono decisamente irraggiungibili quando non possiedono problemi di ogni sorta, nulla da fare quindi ma comunque è una terza piazza che vale oro. Ancor di più se si guarda ad un quarto posto che fa decisamente piacere: la quarta piazza finale è infatti appannaggio di Daniel Ricciardo che su una Renault rinata fa ottime cose, tanto da realizzare anche il giro più veloce dell’appuntamento belga. La sua RS20 funziona decisamente bene grazie ad un assetto scarico e a una power unit che ha subito un incremento di potenza: potrebbe essere un ulteriore pretendente alle posizioni che contano a Monza e al Mugello, vista la simile conformazione dei tracciati italiani con Spa. L’australiano è stato seguito in quinta piazza da un ottimo compagno di squadra, Esteban Ocon, che all’ultimo sopravanza Alexander Albon con l’altra Red Bull.
Concretezza Gasly
Fa ottime cose anche questa volta Pierre Gasly con l’AlphaTauri. Il francese è ottavo alle spalle di Lando Norris e pare sempre più indirizzato ad un eventuale ritorno in Red Bull. Gasly ha realizzato un solo pit stop dopo essere partito con le Pirelli Hard, gestendo dal 27esimo giro in poi con le medie che gli permettevano di inanellare sorpassi a raffica e quindi una validissima rimonta. Come si diceva, davanti a lui c’è Lando Norris che conduce al traguardo l’unica delle McLaren visto che Carlos Sainz rimane ai box rinunciando al Gran Premio viso che durante il giro che lo avrebbe condotto alla griglia di partenza aveva lamentato un problema al motore Renault. Anche stavolta il madrileno deve fare i conti con i problemi, mentre Norris porta a casa punti che fanno bene a Woking.
La top ten è chiusa dalle Racing Point di Lance Stroll e Sergio Perez, ancora inconsistenti e incapaci di sfruttare il potenziale di una monoposto che starebbe benissimo altrove.
Ferrari non pervenuta
Riscontrare in classifica le Ferrari così in basso è un dato che fa male. Sebastian Vettel è il primo dei ferraristi, 13esimo alle spalle di Kimi Raikkonen che con l’Alfa Romeo Racing motorizzata Ferrari riesce persino a fare meglio. Alle sue spalle c’è il compagno di squadra Charles Leclerc, 14esimo. La rimonta che auspicava Mattia Binotto è rimasta solamente sulla carta, nonostante all’inizio Leclerc confezionava un’ottima partenza che lo aveva condotto fino all’ottavo posto.
Ma proprio Leclerc si è dovuto arrendere un’altra volta ad alcune problematiche occorse alla sua SF1000 in relazione ad un problema relativo al richiamo delle valvole pneumatiche. Ci ha pensato l’introduzione di aria compressa durante le due soste lunghe (10”4 e 5”2) a rimediare ad una situazione apparsa subito disastrosa. Meglio quindi gettare nel dimenticatoio un weekend terribile dal primo all’ultimo momento, con risultati mai riscontrati dal Cavallino Rampante a Spa-Francorchamps.
Ancora una volta si è evitato un possibile contatto tra Vettel e Leclerc quando il monegasco aveva intrapreso una interessante rimonta. Ma stavolta Sebastian ha tenuto duro evitando il peggio, nonostante stessero lottando entrambi per il nulla. Ora la Ferrari deve guardarsi anche dalla Renault visto che il suo quinto posto nel Mondiale Costruttori campa per 2 soli punti di vantaggio nei confronti della compagine francese. Davanti alla Ferrari ci sono già McLaren, a 7 punti, e Racing Point a 2. Purtroppo entrambi i piloti hanno tirato fuori il massimo da una monoposto inesistente. La delusione è palpabile.
Spavento per Giovinazzi
Il gruppo è quindi chiuso da Grosjean, Latifi e Magnussen. Oltre a Sainz, all’appello mancano anche Russell e Giovinazzi. A Spa-Francorchamps per un attimo è infatti tornata la paura quando ad Antonio Giovinazzi è sfuggito il controllo della sua C39 nel tratto misto del tracciato finendo dritto nelle barriere protettive e distruggendo la monoposto. La vettura è poi tornata in pista con uan dinamica simile a quanto successo l’anno scorso con Anthoine Hubert, contribuendo all’uscita di pista di George Russell che con la Williams nel tentativo di evitare l’Alfa Romeo finiva contro le barriere dopo aver colpito con l’anteriore destra un pneumatico staccatosi dalla monoposto di Giovinazzi.
L’evento che ha coinvolto il giovane di Martina Franca ha introdotto la Safety Car, ma fortunatamente i due piloti sono scesi con le loro gambe dalle rispettive monoposto senza aver riportato ferite o contusioni. Pare che Spa non sia il tracciato fortunato per Giovinazzi che lo scorso anno aveva sbattuto all’ultimo giro.