A Monza è successo di tutto, probabilmente anche tutto quello che non ti aspetti da un Gran Premio di Italia che come al solito doveva essere dominato dalla Mercedes di Lewis Hamilton. Ma al Parco Reale di Monza succede l’impensabile perché durante il giro numero 26 la Direzione Gara introduce un’ovvia bandiera rossa a seguito della spaventosa uscita alla Parabolica di Charles Leclerc. Lewis Hamilton gestisce infatti la gara davanti a tutti fino a quel momento, ma è già sotto investigazione per essere rientrato ai box al giro 20 mentre la pit lane era ancora chiusa per permettere ai commissari di spostare la Haas di Magnussen rimasta bloccata poco prima della corsia dei box. Una svista del muretto Mercedes che costa cara al sei volte Campione del Mondo.
Hamilton rimedia infatti uno stop and go che gli costa 10 secondi di fermo ai box che lo fanno precipitare in ultima posizione (17esima perché già Vettel si era ritirato, ma ne parliamo più sotto, appunto prima di Magnussen e Leclerc): la rimonta lo porterà soltanto ad una settima posizione finale. La seconda fase del Gran Premio di Italia comincia quindi al giro 28 quando tutte le monoposto vengono nuovamente posizionate in griglia di partenza con Pierre Gasly, su AlphaTauri, che si mette subito alle spalle di Hamilton che rientrerà da lì a poco per scontare la penalità. Da quel momento in poi Gasly rimarrà costantemente davanti a tutti respingendo la progressione di un ottimo Carlos Sainz e vincendo per la sua prima volta in Formula 1, prima volta anche per l’AlphaTauri che quando si chiamava Toro Rosso aveva vinto proprio a Monza nel 2008 con un altrettanto giovane Sebastian Vettel.
L’Italia che vince a Monza
Il 71esimo Gran Premio di Italia viene quindi vinto dal piccolo team di Faenza che comunque proprio in questo 2020 ha conosciuto una crescita netta e sincera su tutti i fronti. Vince quindi l’Italia che non ti aspetti e un italiano a metà visto che Pierre Gasly con una certa tranquillità viene definito “il milanese” visto che vive proprio nel capoluogo lombardo. Il team di Faenza torna quindi a vincere a Monza 12 anni quell’iconico successo di Sebastian Vettel che, visto come stanno le cose, abbiamo ricordato più volte in questi giorni.
Gasly, dopo 54 Gran Premi disputati, a soli 24 anni è davanti a tutti a Monza dimostrando efficacia assoluta e freddezza da vero campione visto che dal 28esimo giro fino alla fine mantiene alle sue spalle un altrettanto bravo Carlos Sainz che ha provato in tutti i modi ad avvicinarsi a Gasly senza comunque mai riuscirci, o perlomeno avrebbe avuto bisogno di un altro giro in più. L’arrivo in volata (i due sono stati separati soltanto da quattro decimi) ha rappresentato una vera e propria scarica di adrenalina, per loro e un po’ per tutti quanti.
Ottimo quindi il riscontro per Pierre Gasly e per l’AlphaTauri visto che entrambi non hanno commesso errori e hanno quindi raccolto il massimo ottenibile. Ottima quindi anche la prestazione di Sainz che è sicuramente l’unica nota positiva per il popolo ferrarista visto che il madrileno abbandonerà la McLaren a fine anno per migrare a Maranello anche se probabilmente si starà mangiando le mani. Dovrà riflettere anche la Red Bull che a Monza totalizza 0 punti complice il ritiro di Max Verstappen al 30esimo giro e il 15esimo posto (penultimo) di Alexander Albon: Helmut Marko aveva infatti silurato proprio Gasly retrocedendolo in AlphaTauri dove sta mostrando di che pasta è realmente fatto. A completare il podio, alle spalle di Carlos Sainz, c’è Lance Stroll con la Racing Point formando un terzetto di piloti frutto della nuova generazione di campioni: dal 2012 non si vede nessuno dei top team, ovvero Mercedes, Ferrari o Red Bull e va bene così.
Mercedes in difficoltà sul passo gara
Il quarto posto prosegue sulla stessa linea visto che alle spalle di Stroll c’è Lando Norris con l’altra McLaren; l’affidabilità sembra essere perfetta a Woking mentre manca in Renault che fornisce il motore. La McLaren rimane saldamente la terza forza di questa stagione 2020.
Appare quindi in difficoltà la Mercedes che commette un errore decisamente incredibile nel fare rientrare Lewis Hamilton mentre la pit lane risulta ancora chiusa, pagando quindi una penalità corretta nonostante sia stata contestata dallo stesso Lewis corso in Direzione Gara durante lo stop dovuto alla bandiera rossa. Hamilton quindi mette da parte ogni velleità concludendo settimo che limitando comunque i danni in ottica iridata visto il ritiro di Verstappen e il quinto posto di Valtteri Bottas. Il finlandese era partito infatti con uno spunto poco incisivo ed è apparso per tutta la durata del Gran Premio decisamente in difficoltà con una Mercedes che sembrava non andare dopo una certa soglia velocistica non riuscendo a confezionare sorpassi che potevano risultare fattibili con quella monoposto che si ritrova tra le mani.
In definitiva, viste anche alcune difficoltà patite da Hamilton alla ripartenza, sembra che l’abolizione del party mode produca qualche resistenza in più in gara piuttosto che durante i giri di qualificazione. Alle spalle di Bottas c’è Daniel Ricciardo con la prima delle Renault, mentre Esteban Ocon finisce alle spalle di Lewis. Un risultato deludente viste le buone aspettative del team di Enstone per Monza. Chiudono la top ten Daniil Kvyat con l’altra AlphaTauri, nono al traguardo, seguito da Sergio Perez: entrambi forniscono un quadro particolarmente in ombra viste le ottime prestazioni dei loro rispettivi compagni di team finiti davanti a tutti.
Per la prima volta una Williams sente la possibilità di realizzare qualche punticino con Nicolas Latifi che chiude in undicesima piazza ma insieme al compagno Russell (14esimo) lanciano messaggi di gratitudine all’uscente Claire Williams che abbandona proprio a Monza la gestione del team di famiglia passato in altre mani.
Ferrari all’apoteosi del disastro
A Monza si assiste anche all’apoteosi del disastro Ferrari. La Scuderia di Maranello si rende infatti protagonista di un doppio ritiro che esclude da ogni possibilità entrambi i piloti. Un disastro di questa portata non succedeva dal lontano 1995. Il primo a finire fuori da ogni lotta è Sebastian Vettel che sin da subito comincia a patire problemi all’impianto frenante che al posteriore diventa praticamente incandescente al termine del rettilineo di partenza. Il tedesco quindi al giro 5 finiva lungo alla Prima Variante proprio a causa del grave problema all’impianto frenante: tornato ai box si ritirerà concludendo il suo ultimo Gran Premio di Monza con i colori Ferrari nel peggiore dei modi.
Servono invece soltanto 20 giri in più a Charles Leclerc per perdere la SF1000 in Parabolica finendo, appunto a causa di un grave sovrasterzo, dritto contro le barriere a oltre 220 km/h di velocità. La struttura della sua monoposto ha retto perfettamente al pauroso impatto, sebbene sul lato sinistro sia stata pesantemente distrutta, permettendo a Charles di uscire con le proprie forze dall’abitacolo. Il monegasco, che partiva 13esimo, grazie alla Safety Car precedente era risalito in quarta piazza. Un ulteriore weekend da dimenticare per il Cavallino Rampante che ora avrà molti più interrogativi da porsi prima di spostarsi al Mugello.
Aveva illuso Kimi Raikkonen che alla ripartenza era finito secondo con l’Alfa Romeo Racing. Ma probabilmente il suo risultato è stato condizionato dall’errata scelta del team di montare le Pirelli Soft che, nonostante avessero mostrato una buona durata complessiva, non potevano resistere fino alla fine. Ha quindi concluso in 13esima posizione dietro a Grosjean. Proprio un contatto con Romain Grosjean ha condizionato ulteriormente la gara di Albon, apparso decisamente in ombra, penalizzato di 5 secondi per questo motivo che ha terminato 15esimo alle spalle di George Russell. Peccato anche per Antonio Giovinazzi che ha concluso 16esimo, quindi ultimo, dopo aver subito la stessa penalità di Hamilton per il medesimo errore commesso dal muretto Alfa Romeo. Alla ripartenza era alle spalle di Kimi Raikkonen.