Fra le vetture progettate dal cavallino rampante abbiamo anche la Ferrari 456 GT. Al momento della sua presentazione, questa coupé rappresentava la massima espressione tecnologica di Maranello in quanto vantava delle caratteristiche tecniche e delle soluzioni ingegneristiche che hanno anticipato il futuro dello storico marchio italiano.
La 456 GT, rispetto ai precedenti modelli, dispone di una linea che rappresenta una carrozzeria granturismo 2+2. In generale, il design dell’auto è ispirato alla celebre 365 Daytona e ciò gli ha permesso anche di restare sul mercato per ben 11 anni.
Ferrari 456 GT: la coupé con un design ispirato alla celebre 365 Daytona
La presentazione ufficiale della Ferrari 456 GT avvenne in Belgio presso il Garage Francorchamps per omaggiare Jacques Swaters, uno dei piloti di Formula 1 più importanti nella storia del Motorsport.
Sotto il cofano venne installato un motore V12 da 5.5 litri con quattro valvole per cilindro realizzato interamente in lega d’alluminio, capace di sviluppare una potenza di 442 CV e 550 nm di coppia massima. Lo stesso propulsore fu montato anche sulla più moderna 550 Maranello. La versione GT vantava un cambio manuale a 6 rapporti mentre la GTA proponeva una trasmissione automatica a 4 marce.
Secondo le informazioni fornite dalla casa automobilistica modenese, la coupé sportiva era capace di raggiungere una velocità massima di 310 km/h e di scattare da 0 a 100 km/h in soli 5,2 secondi. Nel corso dei successivi anni, Ferrari ha presentato anche la 456 M GT come restyling della 456 GT standard.
La versione modificata (M) proponeva alcuni piccoli cambiamenti estetici come ad esempio il paraurti anteriore con indicatori di direzione integrati e la calandra più larga. Il motore e le prestazioni rimasero invariate rispetto al modello precedente ma fu aggiunto il controllo della trazione per gestire meglio la vettura sul bagnato.
Nel 1996, il marchio modenese realizzò sei esemplari di una speciale 456 con carrozzeria shooting brake chiamata Ferrari 456 Venice in seguito a una richiesta fatta dal sultano dei Brunei Hassanal Bolkiah.