L’Unione europea guarda attonita e sbigottita al disastro sicurezza stradale in Italia. Il Governo Conte ha introdotto regole assurde, coi Comuni che ne approfittano. Risultato, sangue sull’asfalto, coi monopattinisti per terra. Così l’auto è bastonata di multe, mentre il monopattino si salva. Infatti, la macchina ha targa e revisione, l’automobilista ha patente e schedatura. Con telecamere del Grande Fratello ovunque. Il monopattino elettrico no.
Così l’auto è bastonata di multe: che differenza
Il monopattinista non ha regole burocratiche: senza patente né assicurazione né revisione, sguazza con pericoli enormi per la sicurezza stradale.
Gravissimo e imperdonabile l’errore del Governo Conte: equiparare i monopattini alle bici e piazzare il bonus mobilità. Le bici sono di tre tipi: a trazione umana; a pedalata assistita, (prevale la trazione umana, integrata con un aiuto elettrico); elettriche. Queste ultime però per il Codice della Strada sono classificate a tutti gli effetti come ciclomotori: obblighi di patentino, assicurazione, revisione. Come le auto.
Invece, i monopattini elettrici a esclusiva trazione elettrica non hanno vincoli burocratici. Come una normale bicicletta, permettendone così l’uso senza obblighi burocratici.
Risultati drammatici per strada
In Italia, sinistri a non finire. A Milano e a Roma soprattutto, si viaggia sul marciapiede o in due sullo stesso mezzo, col cellulare in mano. I Vigili milanesi dicono che serve una campagna di informazione, perché molti lo usano come un giocattolo. Le società di sharing si mobilitano.
Ma è tardi, signori. Le vacche sono scappate dalle stalle. Senza burocrazia, senza obblighi, senza controlli sul campo, le cose peggioreranno: più feriti e morti. La soluzione è un’umile cambiamento a 180 gradi della politica: stop immediato a tutti i monopattini elettrici. Immediata cancellazione delle pericolosissime corsie ciclabili non protette che mettono a rischio la vita dei poveri monopattinisti.