Le stagioni del Mondiale Rally che vanno dal 1982 al 1986 sono state indiscutibilmente caratterizzate dalla concreta evoluzione tecnologica del mitico Gruppo B. Rispetto ai regolamenti del Gruppo 4 che aveva rappresentato la classe più esasperata per le vetture da rally, il regolamento del Gruppo B consentiva ai costruttori di sviluppare nuove piattaforme più simili a veri e propri prototipi in una misura mai vista prima.
Nel corso di quel periodo di cinque stagioni, i livelli di potenza sono cresciuti repentinamente mentre i sistemi di trazione integrale di nuova concezione e i pacchetti aerodinamici sempre più curati hanno fatto del loro meglio per tradurre efficacemente tutti questi elementi in un perfetto utilizzo su ghiaia, terra, asfalto, neve e ogni possibile ulteriore superficie disponibile. La velocità con cui si riusciva a progredire non è mai stata più rapida e le vetture più veloci nate durante questa epoca sono state giustamente divinizzate, per essere venerate e temute in egual misura.
La Quattro realizzata da Audi è probabilmente l’auto da rally più influente mai costruita, ma gli sforzi pionieristici di Stoccarda furono alla fine superati da quelli messi in atto da Peugeot e Lancia fino alla famigerata fine del Gruppo B a metà della stagione 1986. Questa breve ma ben ponderata corsa agli armamenti ingegneristici ha portato alla nascita di bestie pericolose, seducenti e a volte difficilmente domabili come la Sport Quattro, la Peugeot 205 T16, la Ford RS200, la Lancia Delta S4 e, naturalmente, l’ultima vincitrice del Mondiale Rally dotata della trazione posteriore: la potente Lancia 037. Le storie di questi modelli vengono raccontate molto spesso, ma è decisamente meno frequente sentire parlare dei percorsi messi in pratica dalle singole auto.
Telaio glorioso
La carriera di una singola auto da rally è raramente affascinante. Ma questa particolare Lancia 037 non è una di queste auto. Il telaio 133 ha vissuto una esistenza parecchio interessante negli Anni ’80, guadagnandosi podi e vittorie nei campionati europei, italiani e svizzeri di rally e, a differenza di molti altre vetture coetaanee, è sopravvissuto fino al suo ritiro dopo una vita fruttuosa durante gli anni più impegnativi del rally dei tempi d’oro. Quando terminò la sua carriera agonistica nel 1986, dopo tre stagioni, l’auto fu messa in deposito dove rimase per oltre trent’anni. Restaurata di recente alla sua specifica Tour de France Automobile originale del 1983, il telaio 133 è destinato ancora una volta alle prove speciali.
Insieme ad Abarth (responsabile del progetto), Pininfarina (incaricato del design) e Dallara (per esperienza nel telaio), Lancia ha sviluppato lo 037 per riprendere da dove era terminato il dominio della Stratos nel decennio precedente. Dopo aver corso una stagione parziale nel 1982 con grandi aspettative ma pochi buoni risultati, la 037 è stata affinata nella sua specifica Evolution a iniezione per il 1983, che è stata sufficiente per portare il titolo del campionato costruttori alla Lancia: la 037 aveva sconfitto il team Audi. Mentre il team ufficiale inseguiva il titolo WRC, i team clienti avevano introdotto la 037 in altri campionati con grande successo. Il telaio 133 fu consegnato allo storico collaboratore Abarth, Giuseppe Volta, il 9 febbraio del 1983 e meno di dieci giorni dopo era già in gara al suo primo evento ovvero il Rally Costa Brava del Campionato Europeo Rally. Lo sponsor iniziale della vettura era l’Eminence Racing Team, finanziato dalla società francese di intimo maschile Eminence, e in questa livrea l’auto raggiunse il suo primo podio (terzo posto) al Tour de France Automobile per mano di Darniche Bernard e del suo navigatore Mahé Alain.
Nonostante il buon piazzamento al Tour de France Automobile, Eminence decise di non rinnovare la sua sponsorizzazione per la stagione 1984 e il telaio 133 trascorse così un anno fuori da ogni competizione. Durante questo periodo, Volta smantellò completamente l’auto per valutare le potenzialità derivanti dal fatto di incorporare un sistema di trazione integrale per portare la 037 nell’estenuante disciplina del rally cross. Secondo quanto riferito, Volta e i suoi ingegneri stavano progettando di montare la parte posteriore di una Fiat 131 nella parte anteriore della Lancia 037, ma l’impresa fu alla fine dissuasa dal fatto che Abarth stava già sviluppando quello che sarebbe diventato il successore della 037, cioè la mitica Delta S4.
L’incremento di potenza
Con lo sviluppo della trazione integrale affidato a Lancia e Abarth, Volta ha aggiornato il telaio 133 alla specifica di fabbrica Evolution 2 per la stagione 1985 del Campionato Italiano Rally. Il primo modello Evolution era caratterizzato dall’iniezione di carburante anziché la più tradizionale carburazione per il motore sovralimentato da due litri, mentre la Evolution 2 prevedeva un ulteriore sviluppo della piattaforma con cilindrata aumentata a 2,1 litri grazie all’adozione di un compressore Volumex rivisto, un nuovo design dell’airbox, un migliore raffreddamento del cambio, la sostituzione del meccanismo dell’acceleratore a scorrimento, un telaio più rigido e la rimozione del paraurti posteriore a favore della celebre coppia di paraspruzzi.
Equipaggiata con le sue nuove parti, la Evolution 2 di Volta portò il telaio 133 in due eventi del Campionato Italiano Rally nel 1985, con risultati di tutto rispetto: un terzo posto al Rally della Lana, con Gianluigi Serena, e un quarto posto alla Coppa Liburna con Andrea Aghini guida. Per l’ultima stagione di gare della vettura del 1986, continuò ad essere curata e preparata da Volta, ma avrebbe gareggiato nel Campionato Svizzero Rally come vettura ufficiale della Lancia Svizzera guidata dallo svizzero Roger Krattiger e dal suo navigatore Meier Reto.
Krattiger ha corso col telaio 133 in quattro rally del Campionato Svizzero: il Criterium Jurassien, terminato al secondo posto, il Rallye Genève-La Salève, al terzo posto, il Rallye Baden Württemberg, al primo posto, e infine il Rallye de Court dove Krattiger è giunto quarto. Krattiger e il telaio 133 hanno anche partecipato a un unico rally del Campionato Europeo nel 1986, il Rally della Lana, ma problemi elettrici hanno impedito un approdo in Spagna. Tutto sommato, il telaio 133 era un prodotto molto interessante che risultava sempre in corsa per un podio. Aveva infatti svolto bene il suo lavoro negli anni, ma dopo l’abolizione dei regolamenti del Gruppo B nel 1986 questa Lancia entrò in un prolungato letargo. Meritava una pausa, ma le vetture di questa specie sono destinate a non essere dimenticate.
L’alba di una nuova vita
La 037 è rimasta ferma nello stesso posto a raccogliere polvere ed età fino allo scorso anno, quando ha trovato un nuovo proprietario che l’ha portata dallo specialista di auto da rally Lancia, Andrea Chiavenuto di Biella, per un ringiovanimento completo. Sotto la sua cura, l’auto è stata accuratamente restaurata riportandola alle specifiche che aveva utilizzato per guadagnare il suo primo podio: la versione Evolution 1 sponsorizzata da Eminence che ha portato l’auto al terzo posto al prestigioso Tour de France Automobile a fondo misto nel 1983. Oltre alla rimozione degli strati di vernice (ogni nuova livrea indossata dal telaio 133 negli Anni ’80 è stata semplicemente verniciata sopra la precedente), Chiavenuto ha anche riportato la vettura alla sua specifica meccanica Evolution 1 utilizzando solo pezzi originali Abarth. L’unico residuo del programma Evolution 2 è il design del corpo farfallato migliorato che elimina il più complicato sistema di accelerazione a scorrimento. “Il bello è che nessuno ha toccato la macchina dal 1983 ed è quindi rimasta molto originale con molti dettagli del team Works”, ha spiegato Chiavenuto. “Le cinture di sicurezza Sabelt, per esempio, sono le originali.”
Il processo di restauro è stato continuamente attento a non cancellare necessariamente il passato di competizioni dell’auto, e sebbene presenti una bellissima livrea Eminence pulita, il telaio sotto ha ancora la sua parte di cicatrici di battaglia. Laddove le caratteristiche originali sono andate perse, il nuovo proprietario si è preso la libertà di riprodurle nei minimi dettagli. I sedili in carbonio-kevlar sono stati costruiti appositamente da Sparco e le ruote MOMO, che sono state realizzate per ospitare pneumatici Michelin da 15 pollici nella parte posteriore (a differenza delle Speedline da 16 pollici) e montate solo su questa specifica vettura, sono anch’esse identiche. Il risultato finale è a dir poco straordinario.
Giuseppe Volta è tragicamente rimasto vittima di un incidente stradale nel 2017, a soli 71 anni. Volta non è riuscito a vedere la sua auto più importante rinata esattamente 37 anni dopo il suo leggendario podio al Tour de France Automobile. Ma siamo sicuri che sarebbe stato estremamente orgoglioso di vedere la Lancia in livrea Eminence così bella come il giorno in cui gli fu consegnata nel 1983. Ora la Lancia 037 Eminence non rimarrà più in garage, i piani del suo nuovo proprietario prevedono che la sua vernice venga scalfita presto dalle rocce e dalla sabbia delle prove speciali. Il suo periodo di massimo splendore competitivo potrebbe essere finito, ma la sua seconda vita è appena cominciata.