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Euro NCAP rivoluzione nei crash test

Tutto cambia nelle prove d’urto, preziosissime per capire quanto le vetture siano sicure

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Euro NCAP rivoluzione nei crash test. Tutto cambia nelle prove d’urto, preziosissime per capire quanto le vetture siano sicure. Lo segnala l’Aci: Euro NCAP ha presentato i nuovi protocolli di verifica delle tecnologie per la guida assistita. E pubblicato i risultati dei test condotti su 10 vetture dotate di sistemi di ausilio di livello 2. Concentrandosi sulle funzionalità cosiddette “Highway Assist”.

Euro NCAP rivoluzione nei crash test

Partiamo dal 2018. Con Euro NCAP in costante evoluzione. La prima campagna di prove era focalizzata sulla verifica dei sistemi di Cruise Control Adattativo. Combinati al controllo della posizione in corsia (Lane Centering). E valutati in tipici scenari di guida.

Oggi, c’è uno scenario tecnologico evolutosi rapidamente: anche i rating Euro NCAP si sono adeguati. Elaborando nuovi protocolli di prova e criteri di classificazione ad hoc.

I test 2020 hanno analizzato 10 modelli di autovetture dotate di tecnologia Highway Assist, basandosi su due punti:

  1. sull’equilibrio fra l’assistenza fornita dal veicolo e l’impegno del conducente,
  2. e sul supporto alla sicurezza.

Ma il guidatore è la chiave numero uno della sicurezza

Per Henry Gutman (Automotive Business Development/Director Europe di CSI, finché non si arriverà ad una effettiva vettura a guida autonoma, dunque senza la necessità di un conducente, tutte le tecnologie sviluppate vanno infatti considerate come di supporto alla guida. L’aumento del livello di assistenza non deve generare nel conducente un falso senso di autonomia della vettura. È per questo motivo che, ai fini della sicurezza stradale, per il sistema diventa sempre più importante garantire che il conducente rimanga impegnato nell’attività di guida.

Tecnologia auto nel mirino Euro NCAP

  1. Valutazione dell’assistenza del veicolo si sono verificate le prestazioni dei sistemi di controllo longitudinale e laterale. Per i primi si è valutato il comportamento in scenari tipici extraurbani (veicoli in movimento lento, veicoli in frenata, veicoli fermi, cambi di corsia improvvisi) e il mantenimento della velocità su strada. Mentre per i secondi il controllo in cambi di direzione (S-bend).
  2. Impegno del conducente: si è valutata l’interazione tra il guidatore e la vettura. Si è valutata la potenzialità che l’assistenza del veicolo venga fraintesa a causa di comunicazioni fuorvianti.
  3. Supporto di sicurezza: si è valutato come i sistemi di emergenza interagiscono coi sistemi di assistenza.

Euro NCAP: le magnifiche 10 sotto torchio

Ecco le 10 vetture analizzate:

  1. Mercedes Benz GLE,
  2. BMW 3-series,
  3. Audi Q8,
  4. Ford Kuga,
  5. VW Passat,
  6. Tesla Model 3,
  7. Nissan Juke,
  8. Volvo V60,
  9. Renault Clio,
  10. Peugeot 2008.

Tesla Model 3: quel nome Autopilot un po’ fuorviante

Su una classificazione a 4 livelli (very good, good, moderate e entry) tre vetture hanno ottenuto “very good” – il punteggio migliore – una “good”, quattro “moderate” e due “entry”. Ma la vera nota interessante è un’altra: per Euro NCAP, il nome Autopilot è un po’ fuorviante. È un sistema di assistenza alla guida: il conducente deve tenere le mani sul volante. E deve intervenire non appena necessario. Ma molti clienti pensano che Autopilot sia la guida autonoma al 100%: la vettura che va da sé. Per via del nome, che potrebbe far presumere come le macchine della Casa californiana di Elon Musk possano per legge andare già da sole.

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