La transazione verso l’elettrico, soprattutto in riferimento alle vetture più sportive, fa storcere il naso ai puristi del motore termico. Tuttavia produce anche più di qualche resistenza dai costruttori più legati alle motorizzazioni e all’idea di prestazioni visto che se per i costruttori votati a concetti di vetture differenti la situazione si fa invece più semplice.
Sergio Marchionne era sicuramente un purista, uno legato a valori specifici come quelli della Ferrari di Maranello. Marchionne non era particolarmente legato alla transizione elettrica, tanto da non essere un sostenitore sfegatato della nuova visione che già da qualche anno sta provando ad affermarsi nel mondo dell’auto. L’8 ottobre di tre anni fa la sua idea si tramutò in una dichiarazione di fondamentale importanza rilasciata agli analisti di Morgan Stanley che solamente qualche giorno prima avevano immaginato una Ferrari votata ad un futuro esclusivamente elettrico.
Dichiarazioni pesanti
Sergio Marchionne rispose subito con fermezza alle indiscrezioni rilanciate dagli analisti ammettendo un certo dissenso aggiungendo quindi che: “non condividiamo l’opinione di Morgan Stanley. La Ferrari arriverà all’elettrico ma solo in parte e nel futuro. Ne abbiamo già parlato e le nostre macchine avranno tutte una componente elettrica visto che alcune la hanno già adesso. Le batterie elettri che avranno un ruolo molto importante nel futuro, ma non potremmo mai togliere il motore Ferrari dalle vetture del Cavallino Rampante altrimenti perdiamo il senso di ciò che facciamo”.
Una chiara dichiarazione di intenti che cozzava con le previsioni degli analisti che vedevano la Ferrari costretta a limitare le emissioni sulla base delle imposizioni destinate ai motori termici tradizionali. L’intera gamma, secondo Morgan Stanley, sarebbe stata elettrificata dopo un consistente passaggio alla tecnologia ibrida. Dopo tre anni, le parole di Marchionne risuonano con una certa malinconia soprattutto se legate alla questione relativa alle vetture sportive. L’importanza delle emissioni non può essere trascurata, ma l’emozione di guidare una vettura termica dotata di una musica unica proveniente da cilindri e scarichi di alta gamma non si può misurare col sibilo dell’elettricità legata alla mobilità del domani. Non è proprio la stessa cosa, sia chiaro. Oggi non conosciamo più, e non conosceremo mai più, il pensiero di Sergio Marchionne. Bisognerà vedere come reagirà la Ferrari a una transizione difficile da digerire.