Industria auto europea: il bilancio Anfia (Associazione filiera auto italiana). I Produttori di veicoli hanno dovuto chiudere i loro centri di sviluppo e siti produttivi in UE per una media di 30 giorni lavorativi durante il blocco. Portando a perdite di produzione pari a 3.649.677 autoveicoli leggeri fino a 6 tonnellate dal 1° gennaio al 30 giugno 2020. Pari a circa il 20% della produzione totale nel 2019.
Industria auto europea: contrazione vendite
Queste perdite sono il risultato delle chiusure degli stabilimenti (soprattutto durante i mesi di “blocco” di marzo, aprile e maggio). E del fatto che la capacità produttiva non è ancora tornata ai livelli pre-crisi (nella seconda metà di maggio e giugno). La domanda di auto dovrebbe subire una contrazione record del 25% nel 2020.
Per aiutare il settore ad essere resiliente molti paesi europei hanno sostenuto la domanda di auto con piani di incentivazione (Francia, Germania, Spagna, Italia), che hanno consentito sia di smaltire le auto ferme sui piazzali per il lockdown sia di sostenere il mercato di auto a zero e a basse emissioni.
Dopo-Brexit, altro problema automotive
Resta ancora aperto il fronte UE-UK del dopo-Brexit. Il Consiglio europeo sta sollecitando Londra per rendere possibile un accordo alla scadenza del periodo di transizione alla Brexit.
I leader dell’industria automobilistica europea hanno unito le forze per chiedere all’UE e al Regno Unito di garantire un ambizioso accordo di libero scambio (ALS) senza ulteriori indugi.
I negoziatori di entrambe le parti devono fare tutto il possibile per evitare il “no deal” alla fine della transizione, che secondo nuovi calcoli costerebbe al settore automobilistico paneuropeo circa 110 miliardi di euro di perdite commerciali nei prossimi cinque anni. metterebbe a rischio i posti di lavoro in un settore chiave per l’economia europea. È che uno su 15 dei posti di lavoro nell’UE e nel Regno Unito provengono dal settore automotive.