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“Cavalli marini”, la motonautica Alfa Romeo in mostra

In esposizione rarissime imbarcazioni motorizzate Alfa Romeo che hanno vinto decine di titoli mondiali, europei e italiani

Alfa Romeo
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In esposizione rarissime imbarcazioni motorizzate Alfa Romeo che hanno vinto decine di titoli mondiali, europei e italiani e battuto vari record del mondo. Per la prima volta esposti insieme il motoscafo da corsa Arno II° e il motore che lo spingeva, quello della Tipo 158 Alfetta. Un propulsore che prima di vincere in pista il primo campionato di Formula 1 della storia, sull’acqua aveva già fatto incetta di titoli mondiali. E che, finita l’avventura in F1, tornò a vincere nella nautica.

Alfa Romeo ha un ricco palmarès anche nella motonautica. Da sole, 9 delle 10 imbarcazioni esposte in mostra (la decima è un esemplare da diporto) hanno collezionato nelle varie categorie qualcosa come 11 record del mondo, 6 campionati mondiali, 7 europei e 9 italiani, oltre a 5 medaglie d’oro del Coni. L’esposizione ripercorre tutti i tipi di motorizzazione che hanno dominato la motonautica: dalle leggendarie Alfetta alle varie declinazioni del bialbero, fino alla Montreal e al Tipo 33.

In campo motonautico i motori, modificati in versione marina, erano spesso dati in esclusiva solo in uso temporaneo e gestiti sui campi di gara direttamente dal reparto corse Alfa Romeo.

E’ il caso, ad esempio, dei motori delle Alfetta. Così la mostra è l’occasione per una storica rentrée: l’incontro tra Arno II° – un filante monoscafo costruito dai cantieri Picchiotti di Viareggio nel 1946, appositamente restaurato, dopo 70 anni, per questa esposizione – e il motore che all’epoca montava, quello della Alfetta 158. Un propulsore che, quando nel 1950 regalò ad Alfa Romeo il primo titolo di Formula 1 della storia, sull’acqua aveva già vinto tre campionati del mondo, un titolo italiano, aveva battuto il record mondiale di velocità e molto altro, con Achille Castoldi come pilota.

Proprio Castoldi aveva ottenuto sin dal 1938 l’uso in esclusiva in competizioni motonautiche del motore 158. E fu sempre lui nel 1943 a mettere in salvo alcune delle Alfette nascondendole nella sua fattoria di Abbategrasso, al riparo da bombardamenti e requisizioni.

Arno II° fu pilotato persino da Achille Varzi, che salì sul podio della Luino Cup nel 1948. Alla fine del 1949, con l’arrivo dei rivoluzionari «tre punti», fu messo a riposo, senza motore, e mai più utilizzato. Ma il propulsore non andò in pensione: nella sua versione stradale vinse i primi due titoli nella storia della Formula 1, nel 1950 con Nino Farina e nel 1951 con Juan Manuel Fangio. Quando, l’anno successivo, Alfa Romeo si ritirò dalla F1, per il motore delle Alfette iniziò una nuova, straordinaria avventura.

E a testimoniarla, in mostra è presente il Laura 1°, che insieme a Moschettiere, Tamiri e Laura 3° – quest’ultimo addirittura spinto da due propulsori Alfetta in linea – ha scritto pagine memorabili di sport, con assi del calibro di Mario Verga, Ezio Selva e lo stesso Castoldi, accumulando vittorie in gara e record di velocità.

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