Al ritorno dal Gran Premio del Portogallo la Ferrari ha potuto gioire a metà grazie al quarto posto di Charles Leclerc che con una SF1000 rinvigorita da alcuni aggiornamenti aerodinamici riesce a far bene, pur rimanendo alle spalle dei primi in accordo con distacchi abissali. Diverso il discorso per Sebastian Vettel che anche a Portimao ha paventato uno scarso adattamento alla SF1000 che posta tra le sue mani non riesce ad esprimere nulla di buono.
Per il tedesco si è configurato un ulteriore fine settimana decisamente difficile visto che scattava dalla 15esima piazza per poi terminare decimo agguantando un solo punto al termine: ovvero due punti totalizzati in due appuntamenti. Durante il fine settimana portoghese alcune frasi alla radio, espresse proprio da Sebastian, avevano suggerito una disparità di trattamento tra i due piloti del Cavallino Rampante col tedesco che sembrava si fosse lamentato delle differenti specifiche tra le due monoposto. Tuttavia al termine del Gran Premio lo stesso Vettel ha spento le polemiche ammettendo che la sua SF1000 è praticamente la stessa a disposizione di Charles Leclerc.
“Mi fido delle persone intorno a me. Dal punto di vista del feeling faccio davvero fatica a mettere insieme alcuni giri interessanti, ad essere coerente e a sentire il grip che forse Charles è in grado di sentire, quindi ci sto lavorando” ha ammesso Sebastian.
Un copione che purtroppo si ripete
Quello di Sebastian Vettel, di domenica in domenica, sembra un copione che si ripete: il tedesco promette di far bene, esercita una perfetta autocritica e auspica a concreti miglioramenti. Poi però le cose vanno in un’altra direzione che vira ortogonalmente alla retta di azione prefissata. Il tedesco crede di far bene ma i tempi lo stroncano, non riesce ad adattarsi ad una SF1000 che purtroppo si rivela ormai come una delle monoposto più problematiche dell’intera storia del Cavallino Rampante.
Purtroppo il 2020 di Sebastian, che sarà anche l’ultimo anno solare in compagnia di una Scuderia che l’ha salutato ormai da tempo, è aggrovigliato attorno ad una spirale discendente che guardando agli ultimi appuntamenti rimanenti in calendario non accenna ad invertire il verso di azione. Il 2021 attende un Sebastian Vettel differente che dovrà rimettersi nuovamente in gioco per tornare a far vedere di che pasta è fatto un campione quattro volte iridato.
Vettel sembra ormai aver smarrito la rotta e ogni appuntamento in calendario va a braccetto con l’ansia e l’agonia. Tutti da un quattro volte campione del mondo si attendono qualche cosa in più, compreso provare a stare davanti a un compagno di squadra che è comunque anche il nuovo pupillo di casa Ferrari. Ma anche in quel caso i ruoli si sono invertiti anche in termini di gerarchie visto che anche Mattia Binotto ha definito Sebastian, al termine del Gran Premio del Portogallo, “secondo pilota”. Le 53 vittorie totali che lo pongono alle spalle di Lewis Hamilton e Michael Schumacher, in accordo con i suoi quattro titoli iridati, sembrano essere ormai storia vecchia. Se ad inizio anno, dopo aver saputo della separazione tra Seb e la Ferrari, da più parti si puntava ad un anno in cui Vettel avrebbe dovuto correre per se stesso oggi le cose non vanno proprio così e la malinconia, abbinata alla tristezza e allo scarsissimo feeling con la monoposto non permettono di agire in quella direzione. Non è ben chiaro se al buon vecchio Sebastian manchi la determinazione di un tempo e l’orgoglio che gli ha permesso di vincere a Monza con una modesta Toro Rosso sotto il diluvio per poi puntare a quattro titoli mondiali, ma così si rischia di offuscare l’immagine cristallina del campione.
Un’annata difficile
Uno che ha rivolto sempre massima attenzione nei confronti di Sebastian Vettel è il 90enne Bernie Ecclestone che col tedesco divide una concreta amicizia. L’ex boss della Formula 1 non capisce perché il giovane Charles Leclerc sia in grado di stare costantemente davanti al quattro volte iridato. “Leclerc è sicuramente un grande talento. Ma lo era anche Sebastian Vettel, e lo è ancora. Ha più esperienza. Quindi dovrebbe effettivamente essere in testa, ma dal momento che non lo è ci devono essere altri motivi”, ha ammesso Bernie Ecclestone. “La Ferrari è sempre stata una squadra piuttosto opaca in cui la politica interna ha sempre giocato un ruolo importante. In realtà solo al tempo di Michael Schumacher tutti spingevano nella stessa direzione. Fortunatamente Sebastian Vettel ha una nuova sfida il prossimo anno all’Aston Martin. Là darà la risposta ai dubbiosi che quest’anno non credono più nelle sue capacità”.
Proprio Bernie Ecclestone ha convinto Lawrence Stroll, a capo dell’attuale Racing Point e della futura Aston Martin, a prendere Vettel: “l’ho davvero spinto a prendere Sebastian”, rivela Ecclestone. “Gli ho detto quanto fosse bravo Sebastian e che alla fine sarebbe stata una situazione vantaggiosa per tutti se l’affare fosse andato a buon fine. Penso che le mie argomentazioni lo abbiano aiutato a convincersi”.
In definitiva la stagione 2020 di Sebastian Vettel è frutto di un’annata notoriamente difficile. A fine anno andrà via da Maranello verso un’Aston Martin carica di aspettative all’interno della quale dovrebbe ritrovare quella pace interiore scomparsa ormai da un po’. È un peccato sapere che Sebastian si trova oggi al 13esimo posto in classifica piloti con meno di un quarto dei punti totali prodotti dal compagno di squadra Charles Leclerc.