Si è più volte ammesso che il principale problema della diffusione delle vetture elettriche è chiaramente legato alla capacità infrastrutturale, che soprattutto in Italia ancora manca. È un grido di allarme quello lanciato da Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X, che ammette il fatto di avere già a disposizione tutta la tecnologia e le risorse economiche.
Il principale ostacolo in Italia è invece, a suo dire, legato alle solite problematiche burocratiche. La domanda derivante dalla maggiore richiesta di vetture elettriche, che ora comincia ad essere notevolmente più sera, non basta quindi a fornire le giuste concretezze ad un settore che dovrebbe introdurre comunque leggi e normative precise.
Manca uniformità
Pare che a mancare attualmente sia una specifica normativa condivisa con tutti gli operatori del settore e con le differenti situazioni che si presentano. Lo stesso Francesco Venturini, parlando col Corriere Motori, ha ammesso che il nostro Paese può contribuire a realizzare una reale rivoluzione elettrica a patto che si riesca però a venir fuori dai comportamenti generalizzati e dal fatto che certe colonnine abbiano bisogno di una specifica organizzatore per poter funzionare.
L’AD di Enel X ha ammesso che nel nostro paese si conta la più alta concentrazione di colonnine di ricarica presenti in Europa, almeno se rapportate al numerico complessivo di vetture elettriche effettivamente circolanti. “In Italia girano oggi poche vetture elettriche ma disponiamo di 12mila punti di ricarica con 11mila operativi. Il numero sale a 15mila se consideriamo anche altri operatori con altri punti di ricarica e con i quali già disponiamo di accordi di interoperabilità” ha ammesso Venturini.
C’è bisogno di ridurre le pratiche burocratiche
Lo stesso Venturini ha aggiunto che la prima fase dell’elettrificazione delle nostre strade si concluderà nel 2021 visto che già dal 2018 si ha a disposizione una infrastruttura “sufficiente per riuscire a viaggiare senza problemi” sebbene “ora è il momento di intervenire sugli assi principali della nostra viabilità”.
Quindi il punto essenziale del discorso viene posto proprio sulla questione burocratica. Venturini prende come esempio Roma “dove si concentra la metà delle vetture elettriche del nostro Paese, ma dove si verificano le maggiori complessità per l’elettrificazione della città in riferimento agli ostacoli burocratici. In Enel X abbiamo la tecnologia per realizzare velocemente una infrastruttura, ma la lentezza ci viene imposta dalla burocrazia”. Ma a mancare è anche una specifica normativa visto che spesso molte difficoltà sorgono proprio dalle differenti interpretazioni tra gli operatori. “Ci sono tanti permessi da chiedere e non abbiamo mai certezze. Così le opere rallentano e si accumulano grossi ritardi. Per ovviare, abbiamo scelto di installare i nostri punti di ricarica su terreni privati comunque in aree strategiche” ha aggiunto Francesco Venturini.
Poi ha concluso ammettendo che proprio a Roma nascerà la prima stazione di servizio a marchio Enel X destinata chiaramente alle vetture elettriche con infrastrutture di ricarica ultrarapida fino a 350 KW per tempi di ricarica ridotti “dando la possibilità ai clienti che attendono di poter usufruire di un punto di ristoro nell’attesa di ricaricare la vettura”, ha concluso Venturini.