La Formula 1 è un mondo in costante evoluzione. L’ultima idea della F1 Commission pare sia quella di escludere la possibilità di effettuare test aerodinamici sfruttando le potenzialità della galleria del vento, per utilizzare esclusivamente l’analisi computazionale del CFD.
Lo studio in galleria del vento è un passaggio molto importante nella gestione aerodinamica delle monoposto di Formula 1. Tuttavia l’aspetto negativo di questa soluzione va ricercato nel fatto di risultare una soluzione decisamente poco economica. La simulazione computerizzata dei fluidi che si muovono attorno alle superfici delle monoposto di Formula 1 è ormai un elemento fortemente sdoganato nell’ambiente, particolarmente utilizzato da tutti i team soprattutto ora che sarà imposto anche un limite di ore per l’utilizzo della galleria del vento. La volontà è quindi quella di bandire l’utilizzo delle gallerie del vento in un periodo che non dovrebbe andare oltre i prossimi 10 anni.
L’idea di ridurre i costi
Come si diceva, alla base della proposta discussa dalla F1 Commission c’è proprio l’idea di ridurre ulteriormente i costi. Rimane quindi aperta la discussione e la abbondante tempistica, che eventualmente verrebbe utilizzata, potrebbe garantire un’equa transizione per il passaggio completo all’esclusivo utilizzo del CFD.
Come al solito c’è chi è favorevole all’idea e chi è contrario. Toto Wolff, della Mercedes, ha fornito qualche dubbio in relazione a possibili problemi di sicurezza derivanti dalla rinuncia all’utilizzo della galleria del vento “le monoposto di Formula 1 sono le più veloci e adoperano il massimo carico aerodinamico. Non vorremmo scoprire problemi in pista con i piloti se studiamo le monoposto solo al CFD”. Ma Wolff si è detto anche favorevole alla data fissata per il cambiamento normativo, ovvero il 2030.
Ma non c’è solo una questione legata alla sicurezza per il direttore esecutivo di Renault, Marcin Budkowski: “il passaggio si può fare a patto che ci sia una fase di transizione sufficientemente lunga. Oggi le gallerie del vento sono una parte essenziale dello sviluppo di una Formula 1 e il rischio di sviluppare l’aerodinamica solo con la simulazione numerica è che si arrivi alla prima gara con la macchina che si comporta in modo completamente diverso da quello che ci aspettiamo”.
Il rischio di perdere quindi la correlazione con la pista preoccupa un po’ tutti. Di certo sarebbe un cambio normativo che non potrebbe essere applicato prima di un lasso temporale inferiore ai 10 anni già paventati. C’è poi chi come la McLaren, che da parecchi anni sfrutta la galleria del vento di Toyota a Colonia, sta costruendo un proprio wind tunnel che potrebbe avere vita breve. Tuttavia dal team di Woking non si registrano resistenze sulla proposta. Anche in casa Ferrari, Mattia Binotto si è detto favorevole alla proposta della F1 Commission. D’altronde ormai da parecchi anni a Maranello i dati espressi dalla galleria del vento e dalle simulazioni non coincidono con quelli poi riscontrati in pista…
Si guarda ai motori ibridi
Un ulteriore aspetto tenuto in considerazione durante le discussioni che fisseranno il prossimo futuro della Formula 1 è quello legato ai propulsori. Con la Honda che lascerà la massima serie già a fine 2021 è diventata di fondamentale importanza anche la discussione relativa alle motorizzazioni adoperate nel Circus.
Al momento si sa soltanto che le power unit, così come le conosciamo oggi, rimarranno queste fino alla fine del 2025. A partire da quella data sono stati invece programmati alcuni interventi e modifiche che dovrebbero rendere meno elaborata la gestione dei propulsori di Formula 1. L’intento va alla ricerca di una ulteriore riduzione dei costi complessivi e magari alla ricerca di nuovi possibili costruttori interessati a fornire i propri motori.
Con l’addio di Honda, il team più colpito è la Red Bull (chiaramente in accordo con AlphaTauri). Proprio la squadra di Chris Horner ha aperto le porte ad eventuali variazioni in termini di regolamenti destinati ai propulsori già a partire dal 2023. La volontà pare sarebbe legata ad un possibile ritorno in pompa magna della Porsche. Le idee ci sono ma non esistono certezze. Si sa chiaramente che la tecnologia ibrida dovrebbe comunque rimanere, in accordo con le nuove tecnologie poste in essere anche nel mondo delle vetture di serie. Intanto in un comunicato della FOM di qualche giorno fa si leggeva: “crediamo di avere l’opportunità continuare grazie ad un concetto di motore di nuova generazione che combina la tecnologia ibrida con i carburanti sostenibili. Per questo motivo, è stato istituito un gruppo di lavoro composto da membri scelti da Liberty Media e della FIA per studiare la formula di un motore per il futuro alimentato da carburanti sostenibili”.