Un’indagine realizzata dalla Camera di Commercio di Torino in collaborazione con ANFIA e Università Ca’ Foscari di Venezia ha ammesso che con l’introduzione di vetture elettriche e la nascita di Stellantis il settore dell’industria automobilistica del nostro Paese potrebbe subire una netta crescita.
L’indagine ha infatti valutato l’impatto che l’emergenza sanitaria sta avendo sulla filiera della componentistica italiana producendo report molto interessanti. Dopo i primi segnali di rallentamento registrati già nel 2019, con l’approssimarsi dell’emergenza sanitaria il fatturato è calato del 3,9% su tutto il Paese con un dato più marcato in Piemonte (4,8%) durante il 2020. Il 73% delle aziende che compartecipano nella filiera della componentistica dell’auto in Italia crede che la nuova fusione tra FCA e PSA possa riportare nuova linfa nel settore. La volontà è quella di aumentare gli ordinativi, i ricavi e quindi l’occupazione. La filiera si aspetta una fornitura maggiorata grazie all’aumento delle piattaforme utilizzate in comune con presenza più capillare su un numero maggiore di mercati.
Attenzione al possibile accentramento francese
L’ottimismo che gravita attorno alla nuova fusione tra FCA e PSA è tanto. Tuttavia c’è il timore che la nuova fusione possa propendere sul versante parigino: a mostrare tale preoccupazione è il 59% degli utenti e un’azienda su tre che rimane fortemente preoccupata per la possibile riduzione dei volumi produttivi, in termini di fornitura, in Italia.
Interessante il fatto che oltre il 29% delle aziende ha individuato nei veicoli elettrici o ibridi il target di riferimento. Dario Gallina, presidente della Camera di Commercio di Torino, ha ammesso che “la crisi non fa che rendere più veloce il processo di ristrutturazione e revisione della filiera automotive italiana. Il settore in Piemonte è protagonista con più del 33% delle aziende e il 38% di tutto il fatturato nazionale”.
Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia ha aggiunto che “la componentistica è chiamata a reagire a questa fase d’incertezza rimodulando l’offerta e puntando sugli investimenti in ricerca e sviluppo. Questo non senza l’indispensabile contributo di un piano strategico nazionale per il rilancio del settore”. Infine Francesco Zirpoli, che è il direttore scientifico del Cami dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha concluso ammettendo che le due incertezze principali per la filiera italiana provengono dai tempi necessari per la ripresa della domanda e dalle scelte che metterà sul campo Stellantis “che presenta indubbie sovrapposizioni in Europa tra attività di progettazione, produzione, e composizione della filiera”.