In questo maledetto 2020 è tornata pure la paura in Formula 1. Il Gran Premio del Bahrain lascia infatti sgomenti, ma per fortuna sollevati. Si rivede il fuoco nel Circus dopo quasi un’eternità. Succede infatti che all’avvio del Gran Premio, Romain Grosjean dopo un contatto con Daniil Kvyat impatta violentemente contro un guard rail ad oltre 180 km/h di velocità.
La Haas di Romain è un proiettile impazzito, tira dritta verso le lame di acciaio che delimitano un rettilineo in uscita di curva: la cellula di sicurezza si separa dalla sezione posteriore della monoposto andando a conficcarsi tra le lame della protezione. Ne diviene un’impressionante esplosione con fiamme altissime pare innescate dalle batterie dell’ERS. Le lingue di fuoco riportano alla mente episodi lontani, quelle di una Formula 1 che credevamo di esserci lasciati alle spalle, e avvolgono quel che resta della malconcia Haas di Grosjean. Il cuore si ferma ma ritorna a battere soltanto dopo qualche secondo, il tempo necessario a Romain per venire fuori dall’inferno con le proprie gambe sventolando le mani provate dal fuoco con una scarpa in meno persa durante l’uscita dalla cellula che lo ha protetto e salvato.
È vivo Romain Grosjean. Ce l’ha fatta grazie ad una commistione di fattori. Ce l’ha fatta innanzitutto grazie alla robustezza di una cellula fatta per resistere praticamente quasi ad ogni cosa. Ce l’ha fatta grazie all’Halo che ha protetto il suo casco e la sua testa da quelle stesse lame che hanno inghiottito la sua Haas e che avrebbero potuto inghiottirlo nel fuoco eterno. Ce l’ha fatta anche perché l’impressionante decelerazione è stata in qualche modo ben vista dall’organismo di un uomo che a partire dal prossimo anno non sarà più parte di quest’ambiente e che è riuscita ad evitargli una perdita di sensi. Ce l’ha fatta per la prontezza dell’auto medica con i suoi uomini che gli hanno proteso le braccia e inviato schiuma a più non posso dagli estintori. Romain pare abbia riportato delle ustioni alle mani e alla caviglia privata di quella scarpa persa per riemergere dall’inferno sebbene sembra abbia subito anche qualche frattura alle costole (ma non è ancora certo).
Si può parlare anche di miracolo? Probabilmente sì. Ma bisogna ragionare e capire il perché tutte quelle fiamme si sono sviluppate in quel modo e perché quel guard rail non possedeva protezioni anteposte.
Hamilton è ancora una volta davanti a tutti
Nell’inferno del Bahrain, una volta risistemato tutto, la gara è ripartita nuovamente dalla griglia di partenza con posizioni riviste con quelle ottenute da tutti prima dell’introduzione della necessaria bandiera rossa a seguito dello spaventoso incidente di Grosjean. Tuttavia, subito dopo il secondo avvio, ancora Daniil Kvyat pizzicava la Racing Point di Lance Stroll facendolo capottare senza però subire danni anche a causa delle basse velocità nel punto in cui è avvenuto il contatto. Daniil è stato quindi sanzionato con 10 secondi di penalità.
A partire dal giro numero 8 la gara è finalmente ripresa tranquillamente con Lewis Hamilton che ha cominciato da subito ad instaurare il solito aumento di margine nei confronti di Max Verstappen che con la Red Bull rimaneva un’altra volta alle sue spalle. L’inglese della Mercedes ha vinto anche in Bahrain totalizzando la vittoria numero 95 che è anche la decima stagionale e la quarta sul tracciato mediorientale.
Ancora una volta Max Verstappen si è dovuto accontentare di una seconda piazza che è indice del livello della Red Bull che purtroppo nulla può contro la Mercedes. L’olandese aveva provato l’attacco grazie ad alcune strategie di gomme che comunque non hanno pagato.
Male Racing Point, bene McLaren
A soli 4 giri dal termine l’ottimo Sergio Perez, che era terzo con la Racing Point, ha cominciato ad accusare un calo di rendimento della sua RP20. Ad un certo punto è infatti esploso il motore Mercedes della sua monoposto che lo privava della gioia del secondo podio in pochissime settimane facendo concludere la gara in regime di Safety Car, utile per spostare la monoposto in panne. Con il ritiro di Perez e l’incidente che ha escluso Stroll, la Racing Point è tornata a casa con uno zero sullo score che in termini di Mondiale Costruttori conta tantissimo.
Il team di Lawrence Stroll è infatti sopravanzato dalla McLaren che presso il tracciato di Al Sakhir agguanta posizioni di tutto rispetto e un set di punti utilissimo. Lando Norris è infatti quarto al termine, alle spalle di Alexander Albon che ritrova un importante podio con la Red Bull, davanti al compagno di squadra Carlos Sainz che finisce sesto. Proprio Sainz ha condotto un’ottima gara grazie ad una corretta gestione degli pneumatici, nello specifico le Soft che tanto avevano fatto discutere ieri.
La Ferrari con un punto in più di fortuna
Ancora concreta la prova di Pierre Gasly che con l’AlphaTauri è settimo alle spalle di Sainz, davanti a Daniel Ricciardo con la prima delle Renault. Alle spalle dell’australiano c’è Valtteri Bottas che ancora una volta è apparso decisamente appannato in gara, stavolta anche a causa di una foratura lenta che lo ha costretto a rientrare subito ai box. Anni luce da Hamilton.
Per trovare una Ferrari bisogna arrivare al decimo posto. Charles Leclerc finisce infatti alle spalle di Esteban Ocon, agguantando un punto di fortuna. Il monegasco era infatti undicesimo ma col ritiro di Perez è salito in decima posizione che gli ha permesso di totalizzare un punto finale. Un bottino magro se si pensa che dopo l’exploit di Turchia in casa Ferrari si parlava di terzo posto nel Mondiale Costruttori, una posizione che si allontana sempre di più.
Sebastian Vettel rimane relegato in 13esima piazza finale alle spalle di Kvyat e Russell dopo un set di rientri ai box e dopo aver sgridato Leclerc per un duro attacco ricevuto dal monegasco che ha fatto tornare in mente al tedesco il fattaccio dell’Austria. Ma la situazione non è molto chiara perché lo spazio sembrava abbondante e Leclerc si è infilato. La Ferrari rimane relegata in sesta piazza nel Mondiale Costruttori con lo spettro dell’AlphaTauri che al settimo posto possiede soltanto 31 lunghezze di distacco. Ancora male l’Alfa Romeo Racing: Kimi Raikkonen ha chiuso 15esimo, seguito da Antonio Giovinazzi.