Acea contro Ue sulle auto elettriche. L’Unione europea detta le linee guida inserite dalla Commissione europea nel Sustainable and Smart Mobility Package. È la strategia elaborata a Bruxelles per ridurre le emissioni dei trasporti del 90% entro il 2050. Anche con questo target: avere 30 milioni di auto a emissioni zero sulle strade dell’Unione europea entro il 2030. Ma L’Associazione europea dei costruttori (Acea) non ci sta e critica l’Ue.
Acea contro Ue sulle auto elettriche: target impossibile
L’Acea accoglie con favore e condivide pienamente l’obiettivo di promuovere l’adozione dei veicoli elettrici. Però critica l’audace ambizione di avere almeno 30 milioni di auto a emissioni zero sulle strade dell’Unione europea entro il 2030. Per il direttore generale Eric-Mark Huitema, questa visione è molto lontana dalla realtà odierna.
Questione di numeri. Nel 2019, sulle strade dell’Ue, circolavano 243 milioni di vetture: 615.000 erano veicoli elettrici, alimentati a batteria oppure a celle a combustibile. Lo 0,25% dell’intero parco auto. Invece, per raggiungere l’obiettivo della Commissione, serve una crescita delle auto a emissioni zero in circolazione sulle nostre strade di quasi 50 volte in soli 10 anni. Troppo per l’Acea, non si può fare.
Questione punti di ricarica elettrica in Europa
Sì, ci sono gli investimenti del settore in questo genere di veicoli. Assistiamo alla crescita della loro quota di mercato. Però non ci sono tutte le condizioni necessarie per fare un salto così imponente. Manca una rete capillare di infrastrutture di ricarica, sia per le vetture sia per i veicoli pesanti. Aggiungiamo noi, specie in Italia, ancor più nel Sud del nostro Paese.
Per l’Acea, maggiore è il livello degli obiettivi climatici, maggiore dovrebbe essere il target stabilito per i punti di ricarica e le stazioni di rifornimento. Invece, c’è ancora una discrepanza tra questi due elementi da parte della Ue. Esistono 200.000 punti di ricarica in tutta l’Ue e, pertanto, la rete dovrebbe crescere di 15 volte nei prossimi 11 anni.