Tracollo vendite mercato auto Europa. Le immatricolazioni dello scorso mese comunicate dall’Acea, l’Associazione dei costruttori europei, sono state 1.047.409. Con un calo del -13,5% rispetto al mese di novembre 2019. In undici mesi il livello delle vendite di vetture nel Vecchio Continente è sceso a 10.746.293 unità, con una perdita di circa 3,8 milioni di vetture: 26,1% rispetto allo stesso periodo 2019. Lo dice l’Unrae, l’associazione delle Case automobilistiche estere.
Tracollo vendite mercato auto Europa: che succede in Italia
La causa principale di questo andamento è l’impatto della pandemia da coronavirus, dice Quagliano del Centro Studi Promotor. Ma tra Paese e Paese vi sono differenze sensibili legate anche al tipo di provvidenze adottate per combattere l’emergenza.
Causa Covid, il settore dell’auto si sta avvitando in una situazione di crisi drammatica. Che rischia di trascinare con sé migliaia di posti di lavoro (ne sono a rischio ben 30.000 da noi). E mancati incassi per l’erario da un settore cardine che contribuisce con circa 80 miliardi di euro l’anno, commenta Andrea Cardinali, direttore generale Unrae.
In Italia, vedremo se arriveranno nuovi incentivi. Nella legge Bilancio 2021. Per promuovere il ricambio del nostro parco circolante. Con effetti positivi sul piano economico, occupazionale, ambientale.
A questo proposito, rileva il Centro Studi Promotor, a fronte delle centinaia di milioni destinati in Italia a contenere il crollo delle immatricolazioni, in altri Paesi dell’Europa Occidentale vi sono stanziamenti miliardari.
Parco circolante e colonnine elettriche in Italia
In Italia, l’età media delle auto in circolazione supera gli 11 anni. Ben lontana dagli 8 anni del Regno Unito, i 9 della Francia e i 9,5 della Germania, ed è aumentata di ben 4 anni negli ultimi 13.
Auspicabile incentivare un’ampia diffusione delle infrastrutture di ricarica elettrica. Per avvicinarci all’obiettivo indicato per il 2030 dalla Commissione europea di avere 30 milioni di vetture a emissioni zero. Necessiterebbe di uno sviluppo di 15 volte superiore rispetto alla situazione attuale. E anche in questo caso l’Italia si posiziona sotto la media fra i paesi comunitari.