Il Covid morde, così Confindustria chiede politica di sostegno per l’auto. Ecobonus per le vetture sono ossigeno a favore dell’economia italiana. Infatti, lo scoppio della pandemia ha inferto un duro colpo al settore italiano dell’automotive, conferma il Centro studi di Confindustria in un focus dal titolo: “Tra shock sanitario e salto tecnologico”.
Confindustria chiede politica di sostegno per l’auto: pessimi numeri
Nessuno dei sotto-comparti di cui si compone è stato risparmiato dalla prima spallata di coronavirus:
- -21,9% la produzione di autoveicoli,
- -29,5% quella di carrozzerie,
- -30,5% quella della componentistica.
Ma ora c’è la seconda ondata di Covid. Quindi, per Confindustria, la strada per il futuro dell’automotive italiano passa per un impegno ancora maggiore nell’innovazione per la sostenibilità. Perché possa essere percorsa con la velocità richiesta è necessario supportare gli investimenti privati del settore con un articolato sistema di politiche industriali.
Bonus a tutte le auto, non solo le elettrificate
Viale dell’Astronomia chiede politiche di incentivi alla domanda di nuovi veicoli, compresi quelli non elettrificati ma a basse emissioni, così da rendere sostenibili i piani finanziari di riconversione tecnologica in atto. Con politiche di sostegno all’offerta. Questa filiera deve poter contare anche su adeguate politiche a sostegno dell’innovazione tecnologica delle imprese nel campo dell’elettrificazione (così come dell’automazione) dei veicoli.
Obiettivo numero uno: scongiurare che la maggiore domanda attesa di veicoli elettrificati sia intercettata quasi interamente dall’offerta estera, generando un basso ritorno in termini di crescita del Paese. Evitare la fine fatta per le tecnologie quali eolico e solare. Il tutto, con un piano di investimenti pubblico-privati in capacità infrastrutturale, ossia nella costruzione di una rete capillare di punti di ricarica. Perché ci sono solo 2,4 punti di ricarica per 100 km in Italia: inammissibile.