Il legame tra Haas e Ferrari sembra consolidarsi sempre di più. Il passaggio nel team americano da parte di Simone Resta, di provenienza Ferrari, e l’approdo di Mick Schumacher sono chiari segnali di una ritrovata attività collaborativa che coinvolge le due parti. D’altronde il team di Gene Haas era stato spesso accostato alla Scuderia di Maranello negli scorsi anni, dimostrando anche un’ottima competitività soprattutto nel 2018 per poi perdersi per strada. Ma ora le cose potrebbero migliorare grazie al costante apporto di menti e competenze che migrano da Maranello.
I nuovi parametri imposti dal budget cap sono un chiodo fisso a Maranello. C’è infatti la necessità di contenere i costi per regolamento e a farne le spese sarà anche il personale che per questo motivo sarà dirottato proprio verso la Haas. Come si diceva, la migrazione di Simone Resta non è che il primo passo verso una gestione di questo tipo. Difatti lo stesso Mattia Binotto, team principal della Ferrari, ha ammesso che saranno formalizzati a brevissimo anche ulteriori trasferimenti sempre in direzione Haas. Ora si sta anche pensando alla realizzazione di uno stabilimento vero e proprio che sorgerà a pochi passi dal quartier generale della Scuderia, a Maranello, destinato proprio alla Haas. Lo ha detto anche in questo caso Mattia Binotto: “queste persone saranno a Maranello ma lavoreranno in uno stabilimento totalmente separato da quello della Scuderia Ferrari. Non avranno accesso alle strutture della squadra”.
Rapporto che si consolida
Pare evidente quindi che il 2021 sarà l’anno giusto per consolidare i rapporti fra i due team. Tuttavia la completezza delle relazioni viene smarcata dallo stesso Mattia Binotto che ha aggiunto qualche parere contrastante sul rapporto rinnovato che legherà la Ferrari alla Haas, ammettendo che tra i due team non insisteranno scambi di informazioni o attività simili.
“Per quanto ci riguarda, sono clienti. Alcuni dei nostri collaboratori si uniranno al loro team, e penso che questa sia una grande opportunità per loro perché penso in questo modo si rafforzerà la loro organizzazione tecnica. Questa scelta è stata necessaria per noi perché siamo stati costretti a ridurre il numero del personale a causa delle limitazioni imposte dal budget cap. La Haas, però, rimane un team indipendente dalla Ferrari. Non è un junior team e non ci sarà alcuno scambio di informazioni al di là di quanto previsto dal regolamento”, ha ammesso infatti Binotto a Motorsport.com.
Non sappiamo quindi se nel 2021 vedremo una situazione simile a quella già vista con la Racing Point quest’anno, decisamente frutto di un rapporto strettissimo con Mercedes. Ma pare non dovrebbe essere questo il caso della Haas.
Scelta necessaria
Mattia ha anche ammesso che la scelta di destinare parte del personale in esubero verso team “clienti” come Haas ha rappresentato una scelta necessaria e una soluzione interessante: “se posso scegliere e devo ridurre la mia organizzazione, sono certamente più felice di sapere che questi ragazzi si uniranno al team Haas e lo andranno a rafforzare invece di essere semplicemente messi sul mercato e resi disponibili per altre squadre. Questo è il modo in cui concepiamo le collaborazioni”, ha aggiunto.
Appare quindi differente la gestione Ferrari, in questo caso, rispetto a team come Red Bull che con AlphaTauri condivide chiaramente la proprietà. Il resto lo fa Mick Schumacher che rappresenta il primo caso di pilota proveniente dalla Ferrari Driver Academy finito in Haas.