È possibile che l’Agenzia delle Entrate controlli il contribuente che va ad acquistare una nuova auto? Una domanda che molti consumatori si pongono per via delle banche dati e dell’incrocio dei dati che ormai sono di dominio di molti Enti e molte pubbliche amministrazioni.
Il Grande Fratello del Fisco italiano guarda tutto, dai conti correnti ai redditi, dalle proprietà immobiliari alle spese che si fanno. Questo ciò di cui il consumatore medio inizia davvero ad avere paura, pensando che una spesa particolare possa portarlo nel mirino degli organi accertatori.
L’Agenzia delle Entrate può arrivare a controllare un contribuente solo perché ha acquistato un veicolo nuovo in concessionaria? Ecco come regolarsi ed i casi in cui per davvero si rischia di finire sotto osservazione del Fisco.
Controlli anti evasione, anche le auto possono far scattare l’allerta del Fisco
Una cosa da chiarire è che il Fisco è alla caccia dell’evasione fiscale. Infatti tutti le operazioni di controllo e di segnalazione di eventuali anomalie riguardano la lotta che il Fisco ha avviato contro gli evasori fiscali.
L’obbiettivo del Fisco restano tutti i ricavi non dichiarati sui quali il contribuente non paga le tasse. Quale migliore campanello d’allarme per il Fisco se non quello delle spese effettuate da un contribuente?
Inevitabilmente un acquisto sopra le righe può essere quello di una auto di lusso o quasi, soprattutto se da parte di un contribuente che ha dichiarato poco di reddito. L’acquisto di un veicolo nuovo, magari di rilevante importo può seriamente essere un campanello di allarme per il Fisco nostrano.
Anche quello che può sembrare un semplice acquisto di un autoveicolo quindi può alimentare i sospetti degli uomini dell’Agenzia dell’Entrate. Sospetti che vanno su eventuali somme di provenienza dubbia per un contribuente, magari somme mai dichiarate al Fisco e quindi provenienti da evasione fiscale.
Come funzionano i controlli del Fisco su un acquisto di una auto
Nulla di nuovo per quanto detto fino ad ora dal momento che ogni contribuente è potenzialmente suscettibile di controllo da parte del Fisco italiano. Ogni sua singola spesa può essere controllata e oggetto di verifiche. Non poteva certo essere una eccezione l’acquisto di una autovettura.
Ma non scattando automaticamente e per ogni singola spesa, questi controlli nascono solo dai segnali di allarme che arrivano alle Entrate. Ormai, per il tramite dell’automatizzazione delle procedure e delle banche dati, il Fisco ha un compito facilitato.
Il campanello d’allarme nove volte su dieci scatta nel momento in cui un contribuente fa una spesa che effettivamente, in base ai dati in possesso delle Entrate e naturalmente, dallo stesso contribuente dichiarati, non avrebbe potuto sostenere.
Esagerare nelle spese manda in allerta il Fisco
Come dicevamo in precedenza, comperare una auto di un certo valore, avendo dichiarato redditi bassi rispetto all’acquisto effettuato, può oggettivamente essere considerata spesa a rischio.
Comprare qualcosa che il contribuente, ragionevolmente non avrebbe dovuto potersi permetterei dal punto di vista economico è la cosa che può far entrare il contribuente nel perimetro della lente di ingrandimento del Fisco.
Il sistema adottato dal Fisco è piuttosto semplice perché tende a paragonare il livello di spese effettuate da un contribuente in un determinato periodo di tempo e le dichiarazioni dei redditi dello stesso periodo. Quando emerge una differenza superiore al 20%, il Fisco può a ragione avanzare il sospetto che ci sia qualcosa di strano sotto dal punto di vista della veridicità delle dichiarazioni fiscali.
Non solo acquisto auto, i contribuenti devono stare attenti a cosa spendono
I controlli del Fisco scattano oltre che per l’acquisto dell’auto, anche per alcune spese che vengono sostenute sempre in materia autoveicoli.
La polizza Rc auto, le polizze incendio e furto, il bollo auto, i pezzi di ricambio dell’auto, le spese di manutenzione e riparazione o il canone di leasing su una auto presa con questa particolare forma di contratto, sono tutte spese che fanno parte di quelle che il Fisco opportunamente controllo allo scopo di scovare presunti evasori fiscali.
Come può difendersi il contribuente
Le armi in mano al contribuente qualora fosse chiamato dal Fisco a giustificare la spesa troppo alta sostenuta per l’acquisto dell’auto, sono diverse. Il Fisco può chiamare il contribuente a dare spiegazioni in ogni caso.
Anche se l’auto è un modello più costoso rispetto a quello che il contribuente poteva permettersi lo steso contribuente può giustificare l’acquisto adducendo a un accumulo di danaro nel tempo, accumulo dedicato proprio ad un eventuale acquisto di una autovettura. Vincite di danaro al gioco o soldi ricevuti da eredità o ancora, regali di un padre o di un nonno per esempio, sono giustificazioni che il contribuente può lecitamente addurre.
L’onere della prova è a carico del contribuente
Giustificazioni valide ma che devono essere provate dal contribuente su cui ricade l’onere della prova. Così per esempio occorre conservare la ricevuta della giocata che ha dato la grosso vincita alla lotteria piuttosto che il gratta e vinci. Per quanto concerne la ricezione di una grossa somma di danaro da un familiare, dal momento che il contante non lascia traccia, meglio farseli dare tramite bonifico.
I controlli del Fisco scattano oltre che per l’acquisto dell’auto, anche per alcune spese che vengono sostenute sempre in materia autoveicoli.
La polizza Rc auto, le polizze incendio e furto, il bollo auto, i pezzi di ricambio dell’auto, le spese di manutenzione e riparazione o il canone di leasing su una auto presa con questa particolare forma di contratto, sono tutte spese che fanno parte di quelle che il Fisco opportunamente controllo allo scopo di scovare presunti evasori fiscali.