Costruita per sostituire la 312T, la Ferrari 126C è stata la prima monoposto di Formula 1 di Ferrari ad avere un turbocompressore. Anche se non è riuscita a raggiungere lo stesso successo della vettura precedente, la 126C riuscì a conquistare un paio di titoli costruttori in soli quattro anni di servizio grazie a uno dei motori più potenti dei primi anni ‘80.
Dopo una stagione piuttosto deludente, che ha visto la Scuderia Ferrari finire al 10º posto nella classifica finale dei costruttori senza vincere una sola gara, era noto a tutti che la 312T era diventata ormai obsoleta. Anche se molto affidabile, il suo motore a 12 cilindri non era più all’altezza.
Ferrari 126C: la rivoluzionaria monoposto del cavallino rampante
Un anno prima, Enzo Ferrari assunse Nicola Materazzi nel dicembre del ‘79 per sviluppare un nuovo propulsore da utilizzare in F1. È stato scelto Materazzi per la sua esperienza con l’induzione forzata, acquisita lavorando sulla leggendaria Lancia Stratos Gruppo 5. Enzo Ferrari era convinto che le unità turbo fossero il futuro dello sport, anche se non le apprezzava.
Nicola Materazzi e il suo team di ingegneri svilupparono un V6 più piccolo nella prima parte del 1980 e inizialmente lo dotarono di un compressore Comprex. Il sistema è stato elogiato dai piloti per la potenza extra e per aver eliminato il turbolag.
Poiché era troppo alto per adattarsi correttamente alla monoposto senza disturbare l’aerodinamica, il team alla fine optò per due turbocompressori KKK. L’ultimo V6 biturbo da 1.5 litri, montato longitudinalmente, ha prodotto circa 608 CV di potenza in assetto da qualifica e ridotto a 558 CV in assetto da gara.
Inizialmente, tale powertrain fu montato su un telaio quasi identico utilizzato sulla 312T5 assieme a un cambio trasversale a 6 marce. Questo progetto diede vita alla prima versione della nuova monoposto con il nome di Ferrari 126CK. Il propulsore venne testato per la prima volta durante il Gran Premio d’Italia del 1980 tenutosi sul circuito di Imola.
La vettura risultò molto più veloce della 312T5 ma la manovrabilità non era quella che il team si aspettava. Nonostante abbia conquistato vittorie consecutive a Monaco e in Spagna nell’81, i problemi sorti con la 126CK portarono a un’altra stagione deludente per la Scuderia Ferrari che concluse al quinto posto nella classifica costruttori.
L’arrivo di Harvey Postlethwaite cambiò le carte in tavola
L’arrivo dell’ingegnere britannico ed esperto di aerodinamica Harvey Postlethwaite ha cambiato radicalmente il corso del team. Nonostante il motore fosse potente, l’ingegnere si accorse che il telaio aveva un quarto del carico aerodinamico che avevano le monoposto Williams e Brabham dello stesso anno.
Il suo inestimabile know-how ha portato a una revisione completa della monoposto prima dell’inizio della stagione 1982. Il motore è stato aggiornato per ridurre al minimo il turbolag mentre il telaio e la carrozzeria sono stati completamente ridisegnati. Il vecchio telaio turbolare in acciaio preso dalla 312T fu sostituito con uno monoscocca in fibra di carbonio all’avanguardia dotato di pannelli in alluminio a nido d’ape.
Grazie a questi aggiornamenti, la Ferrari 126C2 risultò più piccola, veloce e facilmente gestibile rispetto alla versione precedente. Purtroppo, la stagione fu segnata dalla tragica perdita di Gilles Villeneuve durante le qualifiche per il Gran Premio del Belgio. L’altro pilota della Ferrari, Didier Pieroni, rimase quasi ucciso in un incidente simile in Germania, mettendo fine alla sua carriera da pilota.
Nonostante ciò, la scuderia di Maranello riuscì ad assicurarsi un campionato costruttori grazie alla nuova 126C2. La stagione 1983 portò diversi cambiamenti alle regole. Per la versione ririvista, Postlethwaite progettò un alettone posteriore sovradimensionato ma efficace mentre gli ingegneri meccanici migliorarono ulteriormente il motore che ora produceva circa 806 CV in qualifica e oltre 650 CV per le corse.
La nuova monoposto fu guidata da due piloti francesi
L’auto da corsa fu guidata per la prima volta da due nuovi piloti francesi, Patrick Tambay e René Arnoux, prima di essere sostituita dalla 126C3. Quest’ultima portò con sé dei piccoli miglioramenti aerodinamici. I francesi riuscirono a conquistare quattro vittorie ed entrambi erano in lizza per il titolo piloti. Tuttavia, i problemi di affidabilità riscontrati nell’ultima parte della stagione non permisero ai piloti di conquistare il titolo.
Per fortuna, le due monoposto usate quell’anno consentirono a Ferrari di conquistare il secondo titolo costruttori consecutivo. Nell’ultima stagione della Ferrari 126C, la versione migliorata da 862 CV, la 126C4, lottò per competere contro la McLaren MP4/2.
La monoposto del cavallino rampante riuscì a vincere soltanto una gara in quella stagione e alla fine arrivò seconda nella classifica costruttori. Alla fine, la 126C fu una delle migliori monoposto in Formula 1 e il suo V6 biturbo uno dei propulsori più potenti utilizzati nella competizione dal 1981 al 1984.