Guidi in piena pandemia di coronavirus e vieni fermato dalla Polizia locale, dalla Stradale o dai Carabinieri: verbale di 533 euro. Più alto rispetto a quella data a chi va a piedi: 400 euro. E se ti vuoi opporre? C’è il ricorso per multa auto Covid al Prefetto. Lo dice il Governo, nelle faq pubblicate su un sito Internet ufficiale. Non è né un’opinione né una diceria. Rispondendo a questa domanda: in caso di accertamento di una violazione che non ritengo motivato, come posso far valere le mie ragioni?
Ricorso per multa auto Covid di 533 euro: urgenza
Sarà quindi il Prefetto a valutare la sussistenza di motivi giustificativi. Quelli per le situazioni di necessità: esco in auto perché necessario, indispensabile, non posso farne a meno. Un qualche caso di urgenza da provare al Prefetto.
L’autorità competente, ossia il Prefetto, viene indicata dall’articolo 4, comma 3, del decreto legge numero 19 del 2020: per le violazioni delle prescrizioni di un Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri), è di norma il Prefetto del luogo dove la violazione è stata accertata a emettere il verdetto.
Occhio. Se abiti a Bolzano e prendi la multa di 533 euro a Palermo, devi fare ricorso al Prefetto di Palermo. La residenza non conta assolutamente niente. Conta il luogo dell’infrazione. Lo stesso identico ragionamento per le multe da Codice della Strada: se un autovelox ti becca a Palermo ma vivi a Bolzano, dovrai fare ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace di Palermo.
Ricorso con le prove scritte della necessità durante la pandemia
Il cittadino che non condivida il verbale di accertamento di violazione redatto dall’agente operante può pertanto fare pervenire scritti e documenti difensivi al Prefetto: servono le prove. Sta tutto scritto negli articoli 18 e seguenti della legge 24 novembre 1981, numero 689.
Vale la pena rammentare, per la multa da Codice della Strada (come il caso classico dell’autovelox), che se vinci dal Prefetto non paghi niente. Se perdi, la multa raddoppia in automatico e subito.