Le sette ore trascorse ieri da Carlos Tavares presso il Cassino Plant sono indicative di un cambio di passo autentico. Il manager portoghese, CEO di Stellantis, piace ai sindacati. Piace un po’ a tutti per il suo approccio vicino alla gente, lontano dall’essere distaccato e fortemente improntato sulla conoscenza dei valori sul campo.
Il tour intrapreso in questi giorni, i primissimi da grande capo del nuovo assetto societario che ha unito in unicum FCA e PSA, presso i principali stabilimenti ex FCA italiani è un fattore decisamente importante per il comparto automotive di un Paese come l’Italia che aveva visto nella fusione tra i due grandi gruppi possibili timori reverenziali.
Con i gesti e i comportamenti autentici Carlos Tavares sta facendo percepire che si può credere in Stellantis, che l’Italia intera può ancora credere nel rilancio dei suoi marchi e che i suoi lavoratori (tra i più competenti al mondo) possono davvero tirare un sospiro di sollievo.
Gesti e sensazioni
Le sensazioni che hanno fatto da contorno al tour intrapreso da Tavares appaiono molto confortanti. C’è una reale concretezza nell’impostazione di cui si è reso protagonista il CEO di Stellantis, una virtù che forse si era persa un po’ per strada nel recente passato di FCA fatto di troppe apparenze e forse pochi gesti. In Tavares Stellantis ha trovato il manager che vorresti, capace e diretto, competente e innamorato delle automobili: almeno le suggestioni conducono a questa interessante visione.
Sapere che grazie alla sua ottima guida è riuscito a risollevare una Peugeot che negli ultimi tempi era apparsa in netta difficoltà, è un autentico certificato di garanzia per quei marchi italiani che si attendono un reale rilancio. L’approdo di ieri a Cassino è fortemente simbolico e in qualche modo legato anche alla compagine d’alta gamma del set di marchi della nuova Galassia. Carlos Tavares è giunto a Cassino per vedere con i suoi occhi (accompagnato da John Elkann, presidente di Stellantis) dove vengono prodotte le vetture più interessanti della ex FCA, ma anche per toccare con mano quei malumori che spesso accompagnano lunghe settimane di cassa integrazione.
L’atteso arrivo di Tavares a Cassino si è formalizzato intorno alle 7.40 del mattino guidando da sé una Maserati Quattroporte assieme a quattro Alfa Romeo Stelvio. L’approdo al Cassino Plant ha rappresentato per Tavares il momento ideale per provare a comprendere e conoscere tutto il necessario, a cominciare dalla gestione di un impianto all’avanguardia nato per produrre ad altissimi regimi che oggi per varie motivazioni risente invece di una crisi importantissima: lo stabilimento oggi produce solamente il 15% del complessivo per il quale è stato progettato. Pare che Tavares abbia riscontrato degli ovvi punti deboli che andrebbero assolutamente rivisti per ridare dignità ad un luogo che è un po’ come il Sacro Graal dell’auto. La rinascita di Cassino passerà da Alfa Romeo e Maserati.
Umiltà e contatti stretti con i lavoratori
Sembrerebbe che proprio a Cassino verrà posta in essere una nuova piattaforma che dovrebbe risultare più vantaggiosa dal punto di vista economico e ampiamente aperta ad aspetti funzionali diversificati, soprattutto se paragonata alla ottima Giorgio su cui poggiano Giulia e Stelvio. Se il nuovo Maserati Grecale sarà l’anima più autentica di Cassino, pare che ci sia spazio anche per un’ulteriore vettura del segmento Premium che potrebbe porsi al suo fianco. Sempre da realizzare a Cassino. La volontà numero uno rimane comunque quella di rilanciare Alfa Romeo e Maserati disponendo proprio di Cassino come punto fermo.
Tavares si è poi intrattenuto con i lavoratori, chiedendo espressamente di incontrarli evitando quindi inutili sfilate e passeggiate di rito. Il sincero rapporto con i lavoratori è un passaggio fondamentale nella politica del nuovo CEO che girando l’Italia e i suoi stabilimenti produttivi dimostra di voler capire le problematiche affrontando ciò che è necessario prendere di petto per provare a migliorare ogni cosa sin da subito. Bisogna apprendere da chi si trova faccia a faccia col lavoro vero, col lavoro produttivo reale, e Carlos pare aver compreso tutto questo. C’è umiltà nei suoi modi di fare e questo non dispiace affatto. Soprattutto ai sindacati che si sono lasciati affascinare da gesti e proposte di sincerità.