Nell’intricata vicenda che ormai da parecchi anni circonda ogni ragionamento sull’ex Stabilimento Fiat di Termini Imerese, in Sicilia, pare esserci nuovamente qualche barlume di speranza. Le incertezze che si sono susseguite all’indomani dell’abbandono di Fiat sono state ampie e variegate sin da subito, portando a lungaggini a cui spesso nel nostro Paese siamo ormai abbondantemente abituati.
Lentezza, società e fumo negli occhi sono stati alcuni elementi che hanno caratterizzato il recente passato dello Stabilimento di Termini Imerese, un prodotto industriale che da quasi una ventina d’anni non produce più nulla ma che ora sembra rasentare qualche possibilità di effettivo cambiamento.
Programma di riconversione industriale
Un programma di riconversione industriale in effetti pare esserci. Ne avevamo già parlato qui a suo tempo, ma ora sembrerebbe addirittura più vicina l’effettiva data relativa all’avvio di una possibile rinascita per il polo industriale del palermitano. Ad alimentare le speranze è quanto riportato ne Il Sole 24 Ore: “Il 5 febbraio il ministero per lo Sviluppo economico dovrebbe pronunciarsi sul progetto di riconversione industriale presentato dal consorzio Smart City Group che nel frattempo, secondo indiscrezioni, avrebbe incassato l’interesse al progetto del Gruppo Banca Igea e in particolare della Banca del Fucino e del fondo di investimenti Eureka. I vertici del consorzio presenteranno ai commissari di Blutec quello che viene considerato un piano di massima per la riconversione industriale di Termini Imerese che punta su energie rinnovabili, riciclo dei materiali, mobilità sostenibile e intelligenza artificiale”.
La legge Marzano ha posto in amministrazione straordinaria la Blutec. Quindi l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese potrebbe ora rinascere da una nuova cordata controllata proprio dai creditori della stessa Blutec all’interno di un concordato sui debiti che l’azienda possiede nei confronti dello Stato Italiano. Pare che la nuova società andrebbe ad affittare l’impianto alla cordata introducendo i dipendenti dell’ex Blutec, sulla base di quanto almeno sperato dai principali sindacati: ci sono infatti 635 operai che hanno visto prolungarsi la cassa integrazione fino allo scorso giugno. Ma pare che non saranno tutti reintegrati nel nuovo consorzio, sebbene l’obiettivo finale sia quello di introdurre almeno un migliaio di occupati.