Solamente provare ad immaginare che la Fiat Panda possa essere ragionata partendo da una piattaforma francese, provoca una specie di colpo al cuore. Eppure da alcune indiscrezioni emerse nelle ultime ore, sembrerebbe addirittura che il nuovo asset Stellantis abbia previsto che il futuro della Panda possa parlare in lingua francese.
Per carità, si tratta di indiscrezioni che spesso lasciano il tempo che trovano, ma l’idea che un vero e proprio simbolo dell’automobile italiana (un po’ come la 500!) possa cedere lo scettro di perfetta ambasciatrice dell’Italia dell’automobile nel mondo ad un misto in salsa francese lascia un po’ perplessi.
Oggi come oggi tutto è possibile dalle condizioni che potrebbero derivare dalla fusione fra FCA e PSA, anche che la Panda possa nascere da architetture francesi. D’altronde proprio la condivisione delle piattaforme rappresenta un nodo fondamentale nella gestione della fusione, ma che ad esempio venga messa da parte l’efficacia del Concept Centoventi che portava in dote mentalità e idee tipiche della Panda di quarant’anni fa pare quasi un sacrilegio.
Piattaforma CMP alla base?
Le indiscrezioni che circolano sembrano ipotizzare come piattaforma da utilizzare per la futura Panda, la nota CMP secondo un codice di progetto denominato CC21: lo stesso che introdurrebbe una variante crossover della C3 di nuova generazione. Ne deriva quindi che, se così fosse, la nuova Panda risulterebbe strettamente imparentata proprio con la nuova C3 con dimensioni che rimarrebbero comunque contenute in termini di ingombri esterni.
Allo stesso tempo ne risulterebbe una ovvia condivisione anche delle motorizzazioni, ma non si sa che fine potrebbe fare l’iconica variante 4×4. Se tutto questo venisse un giorno confermato, non si dovrebbe aspettare poi molto per il debutto visto che dal fronte Citroen una vettura basata su queste specifiche dovrebbe arrivare già il prossimo anno. Di conseguenza se dovesse essere seguita questa linea, la nuova Panda potrebbe essere introdotta proprio già a partire dal 2022.