Il guaio nasce a gennaio 2021. Si passa dal ciclo di omologazione Ndec a quello Wltp, più vicino al vero in fatto di emissioni. Così, però, sballano le tabelle. Anche quelle del fringe benefit auto aziendale: più tasse, una stangata. Peccato, c’era tutto il tempo per risolvere il problema con largo anticipo, ma per motivi ignoti non se n’è fatto nulla. Un emendamento al decreto milleproroghe tentava di eliminare la stangata, ma è stato respinto. Comunque, al disastro di può ancora rimediare con un minimo di buona volontà.
Fringe benefit auto aziendale: cos’è successo
Partiamo col dire che il fringe benefit è un emolumento retributivo corrisposto a particolari categorie di lavoratori dipendenti, in busta paga. Qualcosa in più. In particolare, l’auto in uso. Ci sono tabelle per la determinazione del fringe benefit, cioè della retribuzione in natura che deriva dalla concessione in uso ai dipendenti dei veicoli aziendali.
Come spiega Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce, c’è stato un forte peggioramento della tassazione sul fringe benefit. Pesa sul dipendente assegnatario di auto aziendale. Le fasce di riferimento non sono state aggiornate al nuovo ciclo Wltp. Nella legge Bilancio 2021, nessuna misura di contrasto alla stangata, e nessun beneficio in termini di detraibilità dell’Iva né di deducibilità dei costi.
Vetture aziendali, settore molto prezioso
Un peccato mortale, considerando quante auto possono comprare le aziende in modo diretto. E quante auto possono acquistare le società di noleggio a lungo termine, da girare in affitto alle aziende.
L’emendamento era semplice semplice. Un innalzamento delle soglie identico a quello introdotto dall’ultima legge Bilancio 2020. Basta copiare e incollare. Certo, le aziende possono scegliere auto meno inquinanti, per non incorrere in quelle più tassate. Per farlo, servono i dati delle Case, che hanno tempo sino a metà febbraio 2021. Una complicazione di un affare facile.