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Ricorso contro una multa: ecco come si fa e le tempistiche da rispettare

Come presentare ricorso al Giudice di Pace e come farlo con il Prefetto.

Guida con patente sospesa

 

Fare ricorso contro una multa presa mentre si è al volante è un diritto di ogni cittadino. Naturalmente occorre che il ricorso sia motivato e non venga fatto a prescindere dal momento che ci sono violazioni, magari in flagranza, che non hanno motivo di essere contestate data l’evidenza di quella che potremmo definire “colpevolezza” del trasgressore.

Le multe però possono lo stesso essere contestabili se ci sono dei vizi, ovvero degli errori che magari gli agenti accertatori o gli uffici competenti hanno commesso, anche nella sola compilazione del verbale. E poi ci sono vizi relativi alle procedure da seguire per l’invio delle contravvenzioni a casa del contribuente. In pratica, possono essere numerose le cause che possono spingere un automobilista multato, a ricorrere contro la multa stessa.

Ma ci sono regole e norme da seguire anche per presentare ricorso. Tempistiche che possono dare o meno il diritto a presentare ricorso. E poi, ci sono diverse strade da seguire, con o senza l’avallo e l’ausilio del proprio legale.

Vediamo in sintesi, di proporre una guida a quanti non sanno come fare per presentare un ricorso che sia alla locale Prefettura piuttosto che al Giudice di Pace.

 

Il ricorso al Prefetto, come si fa?

La prima cosa da fare quando si riceve una multa è verificare se sia davvero legittima la richiesta di chi l’ha messa sul parabrezza o se è lecita la richiesta di pagamento del verbale che arriva a casa, dopo che abbiamo superato il limite di velocità e siamo stati beccati da un autovelox per esempio.

Una volta verificato tutto e notato alcune anomalie che possono “giustificare” il nostro ricorso, dobbiamo scegliere la via per ricorrere. Se contattiamo il nostro avvocato di fiducia, grossi problemi non ce ne sono dal momento che sarà lui ad occuparsi di tutto, naturalmente dietro pagamento di un compenso per i suoi servizi.

Operando da soli invece, si può presentare ricorso al Prefetto. Per ricorrere alla Prefettura occorre ricordare che ci sono 60 giorni di tempo (due mesi) dalla notifica della multa per poter operare. Ed occorre sottolineare che il ricorso al prefetto può essere presentato solo a condizione che la multa presa non sia stata già pagata. Vietato quindi il cambio di idea, nel senso che se prima paghiamo la multa e poi ci viene in mente di presentare ricorso, nulla potrà più essere fatto.

Il ricorso al Prefetto va fatto con una raccomandata con ricevuta di ritorno o spedendo tutto tramite email, ma con un indirizzo di Posta Elettronica Certificata. L’invio del ricorso al Prefetto può essere fatto direttamente alla prefettura competente per la nostra area territoriale di residenza, oppure anche all’organo che ha comminato la multa, sia esso la Polizia Stradale piuttosto che la Polizia Locale o i Carabinieri. Se si sceglie la seconda via sarà l’organo accertatore della violazione a spedire al Prefetto il ricorso.

Ricorso al Prefetto, cosa accade una volta inviato?

Una volta spedito il ricorso, che se inviato per il tramite delle Forze dell’ordine come spiegato nel paragrafo precedente, contiene anche le motivazioni dell’avvenuta contestazione di infrazione da parte delle Forze dell’ordine, il Prefetto può decidere, se lo ritiene opportuno di cancellare la multa o di rigettare il ricorso.

Ma può anche chiedere informazioni aggiuntive sia agli organi accertatori che al multato stesso, anche convocandolo di persona per approfondire le motivazioni che hanno spinto quest’ultimo a ricorrere.

Il Prefetto ha l’obbligo di rispondere e lo deve fare entro 210 giorni dalla data di invio del ricorso stesso, se questo è stato inviato per posta o Pec direttamente alla Prefettura. Scende a 180 giorni il limite temporale per decidere da parte del Prefetto, se il ricorso è stato inviato per il tramite di Polizia Stradale, Polizia Locale e simili.

È molto importante questa tempistica perché sui ricorsi al Prefetto vige la regola del silenzio assenso. In pratica se decorsi quei termini di risposta da parte della Prefettura, al ricorrente non arrivano comunicazioni in qualsiasi senso, il ricorso si considera accolto e la multa annullata.

Va ricordato che il ricorso al Prefetto non prevede per forza di cose l’utilizzo di un proprio legale.

 

Riscorso al Giudice di Pace, cos’è?

Un’altra via percorribile contro una multa è il ricorso al Giudice di Pace. In questo caso bisogna fare presto perché si può impugnare una multa entro trenta giorni dalla data di notifica dell’infrazione stessa. Il ricorso al Giudice di Pace è disciplinato dal Codice di Procedura Civile. Si tratta quindi di un vero atto legale che però, pur se consigliabile visti i tecnicismi della giustizia italiana, non necessita dell’ausilio del proprio legale di fiducia.

Ricorrere al Giudice di Pace fa scattare le procedure classiche dei Tribunali, con una o più udienze dove, oltre al ricorrente vengono ascoltati anche gli organi che hanno proceduto a multare il ricorrente. Con il ricorso al Giudice di Pace i tempi di risoluzione si allungano per via dei tempi della nostra giustizia e quindi si arriva anche a lunghe attese nell’ordine di 6/12 mesi.

E la risoluzione del ricorso non può prescindere dalla sentenza che il Giudice di Pace chiamato a sancire, deve emanare. Il ricorso al Giudice di Pace, oltre che evidentemente più complesso, prevede dei costi come contributo unificato calmierato sull’entità della contravvenzione oggetto del ricorso stesso.

Rispetto al ricorso al Prefetto però con il Giudice di Pace si ha la sicurezza che a giudicare le motivazioni sia un organismo per davvero terzo, ovvero assolutamente imparziale. In altri termini, se le motivazioni del ricorso sono inequivocabili, anche il ricorso al Prefetto da buone garanzie di successo, ma se le motivazioni non sono certe ed acclarate al 100%, meglio optare per il Giudice di Pace. Tra l’altro si può ricorrere prima al Prefetto e nel caso in cui questi rigetti il nostro ricorso, ci si può rivolgere al Giudice di Pace, con i tempi che cambiano e passano dalla data di notifica del verbale a quella di rigetto del ricorso.

 

Come presentare ricorso al Giudice di Pace

Per presentare ricorso al Giudice di Pace i vizi del verbale possono essere molteplici. Per esempio si può ricorrere se la notifica è tardiva poiché arrivata decorsi i canonici 90 giorni dall’infrazione. oppure se nel verbale ci sono dati incompleti come possono essere quelli del veicolo piuttosto che le generalità del conducente o data e ora della violazione.

Anche per il ricorso al Giudice di Pace alla stregua di quanto già detto per il ricorso al Prefetto, occorre inviare il ricorso tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. In alternativa lo si può presentare a mano presso la locale Cancelleria. Anche se è data da anni la possibilità di presentare ricorso on line per il tramite del sito istituzionale del Ministero della Giustizia, questo non evita la presentazione cartacea obbligatoria dello stesso.

Nel ricorso occorre allegare oltre al suo testo, anche il verbale da contestare o l’ordinanza di rigetto da parte del Prefetto e la ricevuta del contributo unificato e la marca da bollo necessaria. Naturalmente serve anche la copia del documento di riconoscimento in corso di validità del ricorrente. Per quanto concerne il contributo unificato, esso è basato sull’entità della multa ma non può essere mai inferiore a 43 euro. La marca da bollo invece deve essere di 27 euro.

 

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