Gabriele Minì è il vincitore dell’ultimo Italian F4 Championship Powered by Abarth con i colori dell’ACI Team Italia, a 16 anni ancora da compiere sa bene cosa sia la passione per i motori: quella che respira a casa da una vita intera visto che dal nonno, allo zio, al papà, tutti si sono dedicati alle corse nel passato. “Abarth mi ricorda anche le gare di mio papà che correva negli slalom con la A112 Abarth. Diciamo che la passione non manca nella famiglia Minì: mio papà, mio zio, mio nonno correvano e adesso anche il mio fratellino ha iniziato a correre, quindi direi che lo sport di famiglia è sicuramente l’automobilismo. L’Abarth A112 ho provato a guidarla solo per qualche metro, ma ho avuto la fortuna di salire di fianco a mio papà. È stata un’esperienza divertentissima che spero di ripetere presto, magari facendo sedere lui di fianco”, ha ammesso il giovane pilota.
Gabriele è stato anche il primo italiano ad aver trionfato nel prestigioso campionato per monoposto che ha disputato nel 2020 la sua settima stagione da quando è stato lanciato come categoria propedeutica dalla stessa Federazione. Non è un caso che dallo stesso campionato sono passati giovani promettenti come Mick Schumacher, Lance Stroll, Enzo Fittipaldi, Lando Norris e Robert Shwartzman
Un 2020 di emozioni
Gabriele Minì ha parlato della sua stagione 2020, delle vittorie e dei suoi sogni per un futuro sicuramente roseo. Il palermitano ha talento e lo ha dimostrato lo scorso anno quando ha debuttato nella serie sbaragliando subito la concorrenza. Minì ha infatti vinto il titolo della Formula 4 italiana già con una gara di anticipo: “di emozioni ce ne sono state veramente tante lo scorso anno; vincere all’esordio non è per nulla facile e la soddisfazione è grande, ma il momento più emozionante credo sia stato dopo gara 3 a Imola quando ho saputo di aver vinto il campionato. Fare un campionato all’anno e vincerlo significa centrare il 100% degli obiettivi”, ha ammesso. Una carriera cominciata con i successi nel kart, dove il giovanissimo pilota di Palermo ha stupito tutti già a 7 anni sfiorando vittorie durante gli appuntamenti europei e mondiali. Per arrivare al vertice, però, secondo Minì c’è un solo segreto: “Bisogna avere la pazienza di migliorare giorno dopo giorno, test dopo test, senza aspettarsi di andare subito forte. Questa è una caratteristica che ho acquisito nel corso del tempo e anche gli errori fatti sono stati fondamentali per imparare e, senza voler strafare, sono riuscito a portare a casa punti quasi in ogni gara”.
Durante i 20 appuntamenti dell’Italian F4 Championship Powered by Abarth, Gabriele si è ritirato una sola volta (a Monza, in Gara 3), totalizzando piazzamenti sempre a punti con 4 vittorie, 12 podi e 5 pole position. Un bottino impressionante per il 15enne della Prema che a Imola è diventato campione italiano apprezzando anche un tracciato iconico che rimane fra i suoi preferiti: “le piste si apprezzano per i risultati: se vai forte una pista è bella, se non vai forte non lo è, infatti penso che la tappa più difficile sia stata la seconda, sempre a Imola, ogni due giri, nel corso delle qualifiche, veniva esposta bandiera gialla e non sono riuscito a far meglio del settimo posto. Direi che Imola, oltre ad essere stata la mia pista preferita, è stata anche quella dove ho avuto più difficoltà”.
Feeling perfetto con la monoposto
Nonostante il debutto in monoposto, Minì ha intrapreso sin da subito un perfetto adattamento con la Formula Abarth aumentando di gara in gara il feeling e le prestazioni ottenute. Il giovane palermitano della Prema ha contribuito anche ad indirizzare il team verso la direzione giusta, dimostrando un’enorme maturità: “come prestazioni è sempre stata una buonissima vettura. Le differenze sono minime tra una macchina e l’altra e questo è sinonimo di qualità. Anche l’affidabilità è un punto di forza, in tutta la stagione non ho mai avuto un problema. Ma quello che fa la differenza per vincere è un buon set up per il quale il team gioca un ruolo fondamentale Come freni, come acceleri, come gestisci le gomme e il motore sono dettagli che hanno un effetto importante sul comportamento della monoposto e quella che per me può essere una vettura sottosterzante, per un altro pilota può essere il contrario, per questo motivo credo che il pilota sia il “primo set up”. Io riferendo i dati al team trasmetto le mie sensazioni e la loro grande capacità è stata quella di darmi sempre una vettura competitiva”, ha infatti ammesso.
La monoposto è infatti dell’italianissima Tatuus, motorizzata dal propulsore Abarth e gommata Pirelli in accordo con l’iconico team Prema italianissimo anche questo. Un set tricolore di tutto rispetto che ha condotto Minì all’apice delle prestazioni e del campionato. Un mix di esperienze che Minì si porta dentro e che gli permettono di fornire giusti consigli a chi approderà ora nella serie: “il primo consiglio è sicuramente quello di avere pazienza e calma nelle gare, senza cercare, per forza, la vittoria, ma cercando di arrivare il più avanti possibile. I campionati sono fatti da tante gare quindi è inutile cercare sempre il limite, rischiando di gettare via quanto di buono si è costruito”.
Gabriele Minì non dimentica i sogni, ma sa bene che la strada è lunga: “Il sogno è quello di arrivare alla vetta dell’automobilismo, in Formula 1, anche se è molto difficile. Diciamo che la strada non è in verticale, è proprio sottosopra per quanto è in salita, però a parte i sogni devo concentrarmi stagione dopo stagione e fare il mio meglio per crescere, poi quello che arriverà sarà sempre ben accetto purché possa continuare a correre”.