Le prime settimane di attività di Stellantis in Italia sono state abbastanza difficili. Il gruppo deve fare i conti con diverse situazioni complicate negli stabilimenti italiani. A Melfi, ad esempio, il calendario produttivo programmato è saltato completamente a causa di problemi con i fornitori e l’azienda ha richiesto 6 settimane di cassa integrazione.
In merito alla situazione nello stabilimento Stellantis di Melfi, uno dei principali siti produttivi dell’azienda, ed alla condizione dei lavoratori, in queste ore arriva un duro comunicato firmato dai rappresentati dei lavoratori di USB Basilicata L.P. e USB Stellantis Melfi. In questo comunicato vengono toccati diversi punti che vanno ad evidenziare il comportamento tenuto dall’azienda in quest’ultimo periodo.
Scrive USB: “L’ennesima offesa all’intelligenza dei lavoratori si è consumata nell’ultima videoconferenza. A nessun lavoratore di Melfi sono rimasti permessi personali dell’anno precedente, lo sanno tutti tranne i sindacati, che si “accordano” con l’azienda affinché si utilizzino ferie e par del 2020 per far maturare i ratei a coloro che lavoreranno meno di metà mese (praticamente tutti)”
USB sottolinea come l’azienda abbia deciso unilateralmente di consegnare “i calendari con la cassa integrazione individuale ogni settimana e non più ogni mese“. Tale comunicazione è arrivata nel corso dell’ultima videoconferenza tra i rappresentanti sindacali e l’azienda stessa. Secondo USB con la sostituzione dei calendari mensili con quelli settimanali “di fatto diventa un lavoro a chiamata”.
La nota di USB Basilicata L.P. e USB Stellantis Melfi attacca anche gli altri rappresentanti sindacali, colpevoli di accettare passivamente quanto deciso in modo unilaterale dall’azienda: “La realtà è nota da decenni, i sindacati non esistono più per rappresentare i lavoratori ma solo per contrattare, elemosinare, qualche privilegio personale. Queste videoconferenze sono una farsa, non servono a nulla, sicuramente non servono ai lavoratori”
Cosa sta succedendo a Melfi
Lo stabilimento di Melfi è il primo sito produttivo italiano del gruppo ad aver ricevuto quasi tutti gli investimenti previsti dal Piano Italia, annunciato da FCA nel corso del 2019. Lo scorso anno, infatti, è partita a Melfi la produzione della Jeep Compass, precedentemente prodotta in Messico e poi esportata in Europa.
Successivamente, è stata avviata la produzione delle varianti ibride di Compass e Renegade. Nel corso della prossima primavera, inoltre, dovrebbero arrivare le versioni mild hybrid delle stesse Compass e Renegade oltre che della 500X che, finalmente, inizierà il suo programma di elettrificazione.
Sul finire del 2020 era stato annunciato un importante incremento della produzione a Melfi con il terzo turno di lavoro sulla linea della Jeep Compass, necessario per gestire le tante richieste in arrivo dal mercato. Al momento, però, è tutto rimandato a data da destinarsi. I problemi con le forniture, infatti, hanno spinto l’azienda a cancellare la salita produttiva e a ricorrere nuovamente alla cassa integrazione per i 7 mila addetti dello stabilimento.
La richiesta degli ammortizzatori sociali è valida sino al prossimo 28 marzo. Dopo le prime rassicurazioni che escludevano stop alla produzione nella seconda metà di febbraio, le cose sono cambiate rapidamente la scorsa settimana, senza alcun preavviso. Il 22 e il 23 febbraio, infatti, la produzione è sospesa nello stabilimento.
Per le prossime settimane, molto probabilmente, lo stabilimento di Melfi continuerà a vivere quasi alla giornata. La crescita della produzione e la possibilità di eliminare il ricorso agli ammortizzatori sociali, almeno per il momento, sembra essere ancora lontana. Continuate a seguirci per saperne di più.