L’ultimo baluardo di un tempo che non ritornerà e che ha il mitico stabilimento Alfa Romeo del Portello, a Milano, come protagonista assoluto di questa storia è rappresentato da ciò che rimane del sito produttivo che dal 1906 al 1986 è rimasto attivo a più riprese: ovvero un cancello, ormai arrugginito dal tempo, una guardiola di piccole dimensioni e una parte dell’ampio muro di cinta che perimetrava l’immensa struttura.
Da quello e dagli altri cancelli dello stabilimento Alfa Romeo del Portello sono entrati semilavorati, merci ed elementi di varia natura utili a permettere la realizzazione vera e propria di intere generazioni di vetture del Biscione che lì nascevano e da lì partivano alla conquista degli appassionati posti praticamente in ogni parte del mondo. Non è un caso che proprio al Portello sono nate vetture iconiche come l’Alfa Romeo 1900, la Giulietta o la Giulia senza dimenticare le numerose vetture da corsa adoperate ad esempio da Nuvolari o Achille Varzi.
Il mito resiste
Se il mito resiste, i lavori cominciati nei primi Anni Duemila hanno demolito tutto quello che ancora esisteva e resisteva al Portello senza che qualcuno abbia fatto i conti col cuore e con la storia di un’Italia dell’automobilismo che nel Portello intravedeva ancora storia e costume di sicuro interesse.
D’altronde lo stabilimento Alfa Romeo del Portello vedeva il suo futuro segnato già nel 1986 quando Fiat decise di cedere l’area al Comune di Milano e anche l’ultimo degli addetti della “vecchia” Alfa Romeo si trasferiva ad Arese. I suoi oltre 260mila metri quadrati di estensione permettevano di ragionare allora dal punto di vista di chi vede centri commerciali e aree residenziali al posto della storia che sia questa dell’automobile o di qualsiasi altra cosa. Dopo differenti vicissitudini il Portello è oggi irriconoscibile: destinato ad area verde, a grattacieli e piste ciclabili. Insomma, del glorioso stabilimento del Portello non è rimasto nulla.
Ad eccezione di quel grosso cancello ormai malandato all’incrocio tra via Renato Serra e via Alcide De Gasperi. Con la sua completa demolizione andarono persi diversi prototipi di vetture mai nate, sale prova praticamente intatte, motori sperimentali, parti meccaniche e disegni: tutti elementi lasciati al Portello come se chiunque abitasse quei luoghi fosse scappato via dall’oggi al domani. Il cancello resiste e grazie ad una petizione lanciata da Fucina Editore e dall’Associazione I Guardiani del Portello, finalmente il Comune di Milano e la Finiper SpA (che è proprietaria dell’area di intervento) hanno deciso di mantenere quell’ultimo baluardo dell’Alfa Romeo al Portello. In questo modo il vecchio cancello sarà rimesso a nuovo e rimarrà lì dov’è (o forse spostato più avanti nella riqualificazione dell’area verde): un piccolo segno di un’Alfa Romeo che non c’è più.
Ovviamente!!!!!!!!