A febbraio vendite auto ancora giù: allarme fine incentivi. Nel secondo mese dell’anno, le immatricolazioni di vetture sono state 142.998, con una riduzione del 12,3% rispetto a febbraio 2020 (mese ancora non coinvolto dal pieno della crisi pandemica). Attenzione: una tendenza in discesa che rischia di divenire cronica. Non un raffreddore passeggero, ma un brutto guaio cui per ora la politica non ha posto un rimedio efficace.
A febbraio vendite auto ancora giù: e senza incentivi?
Il calo c’è stato con gli incentivi. E quando finiranno? Una situazione critica che fa presagire un drammatico e ulteriore peggioramento quando prevedibilmente a fine marzo, inizio aprile, i fondi destinati agli incentivi saranno esauriti”, avverte Michele Crisci, presidente Unrae.
Servono bonus almeno sino a giugno. C’è anche un grosso beneficio ambientale: le valutazioni Unrae, basate sui dati delle vendite, indicano che l’incentivazione governativa dei mesi estivi è stata usata per il 60% per l’acquisto di auto verdi ed Euro 6 a fronte della rottamazione di vetture obsolete e inquinanti.
Meno auto, meno Pil: allarme rosso
Nel 2020 c’è stata una perdita di fatturato per il settore pari a 10 miliardi di euro, che per le casse dello Stato si traduce in mancate entrate in termini di Iva per 1,8 miliardi. Occhio poi a una possibile eventuale chiusura di aziende. Con la perdita di migliaia di posti di lavoro. E relativi danni economici e sociali.
In più, c’è la penalizzazione fiscale delle auto concesse dalle aziende ai dipendenti come fringe benefit. Perché? Per un inasprimento della tassazione dovuto al nuovo ciclo di prova WLTP per misurare le emissioni. Con il mancato adeguamento dei valori da NEDC a WLTP come avvenuto per le fasce degli incentivi. Si stanga un settore d’oro, preziosissimo. Paradosso Italia, davvero.