E addirittura dalla applicazione IO un contribuente rischia di ritrovarsi in elenco anche il veicolo rubato che da tempo è stato segnalato al Pra. È una delle tante incongruenze e problematiche di natura tecnica e qualitativa che la digitalizzazione dei servizi delle Pubbliche Amministrazioni sta mettendo in luce. Ed anche per il mondo auto e per i contribuenti automobilisti i disguidi non mancano.
Cosa sta succedendo nella PA e nella digitalizzazione dei servizi
Un po’ perché si tratta di un progetto che da anni sta occupando lo Stato e un po’ per via della grave emergenza per la pandemia, fatto sta i processi di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, negli ultimi mesi hanno avuto una accelerata sensibile.
Lo Spid, ormai diffuso a macchia d’olio ma anche l’App IO, scaricata da moltissimi contribuenti dimostrano come le persone abbiano preso per buono il trasloco dei servizi delle PA verso l’online. Bontà e facilità di avere accesso ai servizi pubblici a cui si aggiunge l’obbligo di dotarsi di strumenti telematici come i prima citati, questi i motivi che hanno spinto molti contribuenti italiani ad adoperarsi e a mettersi al passo coi tempi.
Basti pensare che anche molti incentivi auto prevedevano per forza di cose lo Spid, ed anche l’acquisto di mezzi di locomozione innovativi e diffusi come i monopattini passavano per il Sistema Pubblico di Identità Digitale.
Ma non tutto fila liscio in materia ed ai sistemi imballati da troppi accessi concomitanti come accade nei click day si affiancano problematiche di altra natura, legate al funzionamento (mal funzionamento) delle banche dati e alla burocrazia.
I problemi della digitalizzazione, tra banca dati Pra e Motorizzazione
Problematiche particolari della digitalizzazione dei servizi pubblici sono quelle che vengono riscontrate dai contribuenti italiani in relazione ad adempimenti del settore auto. Problemi di cui vengono approfondite le nature anche dal quotidiano il Sole 24 Ore che fa una profonda analisi.
Infatti si legge che la qualità delle banche dati, piuttosto scarna, è un problema che da oltre 10 anni viene messo in luce. E adesso che c’è l’App IO, questi problemi non sono scomparsi ma sono passati dal mondo reale a quello digitale.
Va ricordato che la App IO è la piattaforma nata per consentire a tutti i cittadini di avere un nuovo e unico punto di accesso telematico ai servizi, alle informazioni e alle comunicazioni con la Pubblica Amministrazione, compresi alcuni pagamenti. L’App IO nasce come pilastro di tutta l’operazione digitalizzazione, per facilitare ancora di più i contribuenti con uno strumento che permette di fare ciò che è possibile da PC o Tablet, anche da smartphone, sia Android che IOS. Infatti negli store di entrambi i sistemi operativi è possibile scaricare l’applicazione.
Con questa applicazione per esempio, si possono verificare tutti i veicoli che sono intestati al contribuente che la utilizza con le proprie credenziali di accesso. Il problema è che alcune segnalazioni dimostrano come dalla App vengono fuori auto e veicoli non più di proprietà dell’utente interessato.
Addirittura, sul Sole 24 Ore c’è l’esempio di un contribuente che vede sulla sua App anche l’auto che gli era stata rubata due decenni fa, nonostante quel furto aveva seguito la procedura di denuncia canonica, con tanto di nuova annotazione al Pra dimostrata anche dalle copie di quei passaggi burocratici dell’epoca.
Problemi annosi che riguardano le enormi banche dati di Pubblico Registro Automobilistico e Motorizzazione Civile, che come tanti altri archivi delle altre Pubbliche Amministrazioni, vanno puliti e semplificati. Una battaglia questa che sembra ancora lontana dall’essere realizzata e che proprio il passaggio alla digitalizzazione dei servizi dovrebbe accelerare.