Filiera mobilità elettrica in Italia da 100 miliardi nel 2030: previsione Motus-E. In una nazione che cerca, come ossigeno, nuovi comparti in cui crescere, ecco l’occasione: l’auto elettrica. Tanto più in piena pandemia. La stessa Motus-E stima che quella filiera oggi valga 6 miliardi di euro. Il comparto made in Italy ha registrato un costante trend di crescita. Insomma, un asset strategico per rafforzare la competitività del Belpaese.
Filiera mobilità elettrica in Italia: ricavi notevoli
Numero di partenza: fatturato di 2,2 miliardi di euro nel 2013. La filiera dei prodotti e servizi per la mobilità elettrica in Italia ha generato ricavi complessivi per circa 6 miliardi di euro nel 2017. Crescendo a un tasso medio annuo composto pari a +28,7%. Supera quelli dell’automotive (+10,9%), dell’arredo (+3,7%) e dell’automazione (+1,7%). Con 5,4 miliardi di euro che derivano dall’attività delle aziende della filiera “core”: crescita del +27,4% medio anno nel quinquennio in esame.
Considerando la curva di penetrazione degli veicoli elettrici e ibridi plug-in sul parco circolante nazionale, il fatturato della filiera core della mobilità elettrica potrebbe raggiungere quasi 100 miliardi nel 2030: per la precisione, la stima è di 98 miliardi.
Produzione e indotto auto: cosa può succedere
Quale scenario? Lo spostamento della produzione e fornitura di prodotti (per il mercato domestico ed estero) dalla propulsione convenzionale a quella elettrica: componentistica tradizionale, pneumatici, cristalli e alzacristalli, sospensioni, sterzo. Salvaguardando i livelli occupazionali dell’attuale sistema industriale.
Può esserci una riconversione verso le nuove tecnologie elettriche da parte dei produttori di componenti. Per la decarbonizzazione del parco auto. Parliamo di iniettori, sistemi ATS, serbatoi, motori termici.