Ogni incidente fa storia a sé, ma l’ordinanza 6514/21, depositata il 9 marzo, della Cassazione rappresenta un precedente di peso. Il principio è semplice: se un guidatore investe un pedone lontano dalle strisce, sono colpevoli entrambi. Ancor più se il soggetto a piedi ha attraversato col semaforo rosso. Così, la responsabilità del conducente di attenua.
Possono esserci diverse percentuali di colpa, da dividere fra guidatore e pedone: non per forza 50% a testa. Spesso, un 70% al primo, che ha sempre il dovere di guidare con la massima prudenza; un 30% all’altro.
Nel caso in esame, resta la colpa del conducente, che oltretutto era al volante di un autocarro: scattata la luce verde nella sua direzione, non poneva adeguata attenzione alle condizioni in atto. guardato (solo) nello specchietto a destra, e non anche a sinistra. E se la conformazione del mezzo non consentiva la visuale completa, nemmeno attraverso Io specchietto laterale, avrebbe potuto/dovuto sporgersi con la testa fuori del finestrino a sinistra, e verificare che non vi fossero persone o mezzi a ridosso dell’autocarro, prima di rimettersi in movimento.
Precauzioni comunque valide anche per chi guida un’auto o una moto e perfino una bici o un monopattino elettrico: l’utente a piedi è sacro, debole, vulnerabile. Va protetto e tutelato in ogni modo possibile. Anche prevenendo azioni strane del pedone. Ancor più se questi è un bimbo, che ha comportamenti spesso imprevedibili.
Guidatore investe un pedone: situazione diversa se il secondo dovesse sbucare d’improvviso, dopo essersi quasi nascosto dietro mezzi in sosta: a quel punto, il guidatore di un’auto o di un qualsiasi veicolo non può in nessun modo evitare l’impatto e l’investimento. Purché stia procedendo a una velocità commisurata alla strada e al traffico.