Tra le più arzille quarantenni del Biscione non si può fare a meno di innamorarsi della splendida Alfa Romeo GTV6 del 1980. La splendida coda tronca di inizio Anni Ottanta è infatti una vettura straordinaria equipaggiata con il maestoso V6 Busso con angolo tra le bancate di 60 gradi capace di una cilindrata pari a 2.492 cc, iniezione elettronica e albero a camme per ogni bancata, che permettevano di raggiungere l’interessante potenza di 160 cavalli a 6.000 giri al minuto. Frutto della sapiente matita di Giorgetto Giugiaro è invece il suo design realizzato in accordo col Centro Stile Alfa Romeo.
Ma oggi non vogliamo discutere di ciò che fu la mitica GTV6 del Biscione, ma di ciò che può essere oggi questa splendida quarantenne se confezionata dalle mani dei ragazzi di Aether Apparel. L’Alfa Romeo GTV6 diventa ora Alpine Alfa, letteralmente Alfa Alpine ovvero rappresentazione di un fenomeno che vuole la bellissima GT degli Anni Ottanta catapultata negli Anni Duemila sfruttando una conformazione da vettura dedita all’off-road e quindi alla guida priva di ogni limite.
La GTV6 alla base del progetto
L’atelier a cui fanno capo Palmer West e Jonah Smith ha avviato il progetto con la volontà di produrre una variazione sul tema, ovvero realizzare una nuova vettura destinata all’off road partendo da un prodotto automobilistico iconico. La scelta si è quindi riversata proprio su una Alfa Romeo GTV6 del 1985 ben presto affidata da West e Smith al designer canadese Nikita Bridan dell’Oil Stain Lab con sede a pochi chilometri da Long Beach: “Chi erano questi ragazzi che mi chiedevano di sollevare una GTV6?” ha ammesso Bridan. “Sembrava una follia, ma sapevo che avevano capito qualcosa”.
D’altronde l’Oil Stain Lab di Nikita Bridan non è nuovo ad esperimenti di questo tipo su vecchie Alfa Romeo: è sua infatti la realizzazione di una variante off road molto nota presentata qualche anno fa che sfruttava come base una vecchia Alfa Romeo 2000 GTV del 1974. L’ispirazione per la Alpine Alfa deriva dalle splendide GT da rally degli Anni Ottanta, o meglio ancora dalle splendide vetture protagoniste di competizioni iconiche come il Safari.
Partendo da queste considerazioni Bridan ha riportato alla scocca nuda la GTV6 per ridisegnare ogni componente mediante un’attenta scansione in 3D: gran parte del lavoro ha previsto una revisione del pacchetto sospensivo. Sia all’anteriore che al posteriore (quest’ultima regolabile) è stata installata una configurazione dotata di elementi coilover realizzati su misura in grado di resistere a carichi nell’ordine delle 10 tonnellate: complessivamente la GTV6 è stata sollevata di circa 16 centimetri e mezzo.
Introduzioni uniche
Sulla sezione anteriore e su quella posteriore sono ora presenti piastre paramotore con fendinebbia integrati e ganci di traino, oltre ad una necessaria protezione per lo scarico. Al di sotto delle portiere sono state introdotte delle barre per preservare quest’area specifica e fornire un valido appiglio per raggiungere il carico eventualmente distribuito sul tetto. Qui trova posto infatti un portapacchi dotato di fari supplementari e di una barra luminosa a LED oltre ad uno spoiler di ampie dimensioni. La nuova sospensione posteriore ha reso necessaria la realizzazione di un nuovo serbatoio per il carburante che ha aumentato la capacità complessiva a disposizione di una quarantina di litri installati nello spazio che prima ospitava il bagagliaio e che ora viene occupato anche da un paio di ruote di scorta.
All’interno tutto è rimasto pressoché invariato, ad eccezione dell’introduzione di un roll-bar. La Alpine Alfa sembra un mezzo pronto a tutto. Ma forse ciò che è veramente unico è fatto che il motore unico della GTV6 è stato lasciato intatto, privo di variazioni. La sua naturale potenza e la sua coppia sono sufficienti per praticare sentieri rocciosi con riparazioni e manutenzione che dovrebbero rimanere semplici per il semplice fatto che tutto è rimasto standardizzato come un tempo.
Una cosa è certa: ovunque Aether desideri portare la sua GTV6 unica, attirerà sicuramente l’attenzione. “Abbiamo allestito e modificato con gusto la GTV6 per mantenere il fascino inconfondibile di una vera Alfa Romeo massimizzando al contempo le capacità da fuoristrada”, ha ammesso Bridan. A ben guardare ci ricorda un po’ l’avventura dell’Alfetta che da Capo Nord raggiunse Capo Sud nell’estate del 1973.