La condizione attuale relativa ai dati non particolarmente felici in relazione alle vendite a marchio Stellantis fa tremare i sindacati, soprattutto in accordo con i continui rapporti costantemente di segno negativo provenienti dalle vendite di vetture Alfa Romeo. La situazione al Cassino Plant preoccupa quindi i sindacati, in particolare il segretario nazionale della FIM-CISL Ferdinando Uliano.
La volontà attuale è quella di dare vita ad un incontro chiarificatore per scacciare dubbi e incertezze di concreta natura. È almeno questo ciò che chiede la FIM-CISL per bocca del suo segretario nazionale. Si vuole quindi creare una chiara prospettiva di dialogo per comprendere come ragionare con Stellantis in riferimento al comparto occupazionale del nostro Paese.
Ad oggi a Cassino la sofferenza prodotta dagli scarsissimi numeri di vendita di Alfa Romeo è tanta e il futuro non sarà semplice da scrivere e nemmeno veloce da mettere in pratica. Qualche settimana fa Carlos Tavares, CEO di Stellantis, aveva detto che gli stabilimenti italiani costano più degli altri ma non aveva indicato la via necessaria per perseguire una possibile riduzione dei costi.
Numeri che fanno paura
Non è chiaro quindi su quali aspetti si proverà ad agire per ridurre i costi. È questo ciò che vogliono sapere i sindacati, alla FIM-CISL vogliono conoscere modalità o eventuali attuazioni di un piano sconosciuto al momento. Si attende quindi un dialogo concreto per conoscere direttive e mutazioni da ragionare di comune accordo puntando al confronto tra azienda e sindacati.
Lo stesso Ferdinando Uliano ha ammesso una certa preoccupazione in riferimento alle dichiarazioni di Tavares sui costi più elevati degli stabilimenti italiani. Bisogna trovare la soluzione che dovrebbe essere quella di costruire nuovi modelli perché solo aumentando i volumi produttivi si può fronteggiare il capitolo dei costi perché uno stabilimento come quello di Cassino che “lavora al 15-20% fa esplodere i costi”, aveva ammesso Uliano a Il Messaggero qualche settimana fa. D’altronde le problematiche di avere a disposizione uno stabilimento in Italia sono parecchie, a cominciare dalla mala burocrazia.
Ne deriva quindi che le soluzioni applicabili passano anche dalla riduzione dei costi legati all’energia o a quelli derivanti dalle vicende burocratiche con criteri perlomeno sensati. Le vetture Alfa Romeo prodotte a Cassino hanno subito una riduzione del 44% in termini di vendite solamente il mese scorso, tanto che in Europa sono state vendute solamente 1909 vetture del Biscione. Nello stesso mese di febbraio, le perdite sono risultate contenute solamente per Jeep (rimanendo all’interno della galassia dei marchi di Sterllantis). Se non si agisce in fretta, il futuro del Cassino Plant potrebbe subire ampie dosi di difficoltà e ragionare su scenari catastrofici. FIM-CISL chiede quindi un tavolo con i vertici di Stellantis: la situazione non è poi così felice.