Gli appassionati di auto quando si parla di tuning sanno bene ciò di cui si parla. Con il termine inglese “tuning” si intende la modifica di una auto (ma il discorso può calzare su qualsiasi mezzo a due, tre o quattro ruote) rispetto alle linee guida della produzione.
Modifiche che possono essere estetiche e quindi incidere sulla carrozzeria, ma anche tecniche e meccaniche, cioè che hanno il motore e le prestazioni come modifica. Minigonne, spoiler, alettoni, cerchi ma anche motore più potente, scarichi o interventi sulle centraline.
Tutto e tuning, una pratica legale entro determinati limiti. Modificare un veicolo e personalizzarlo adeguandolo a gusti e necessità è lecito ma la legge segna il limite fino a cui ci si può sporgere in fatto di interventi sulla propria auto.
Le norme e come deve essere un veicolo per essere regolare
Come accennavamo per tuning auto si tende a comprendere modifiche alla carrozzeria, modifiche al motore, interventi all’impianto audio o a quello di illuminazione, ma anche interessare venti nell’abitacolo. Quando in genere di tecnico di parla di elaborazione di un veicolo si intende qualsiasi modifica a qualsiasi parte che cambia qualcosa rispetto a come lo stesso veicolo è uscito dalla linea produttiva.
Quando si modifica un veicolo meglio prestare attenzione a cosa è riportato sul libretto di circolazione come specifiche tecniche e meglio dare una occhiata a ciò che prevede il Codice della Strada.
Infatti in base al Codice che regola la circolazione in Italia, “tutti i veicoli a motore e i rimorchi, per essere ammessi alla circolazione, sono soggetti all’accertamento dei dati di identificazione e della loro corrispondenza alle prescrizioni tecniche ed alle caratteristiche costruttive e funzionali previste dalla legge”.
In pratica elaborando il proprio veicolo si può correre il rischio di portarlo a non essere più idoneo alle regole per la circolazione, andando a violare ciò che il Codice della Strada prescrive. Il veicolo infatti per circolare viene omologato ed è assoggettato a visita presso gli uffici delle direzioni generali territoriali del Dipartimento per i trasporti terrestri e del trasporto intermodale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Una prassi obbligatoria che le stesse case costruttrici sono costrette a seguire facendo passare il controllo da in prototipo prima di mettere sul mercato un tipo di veicolo.
Tutto dipende dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti che stabilisce le regole e il come deve essere un veicolo ed ogni sua componente, compreso le singole procedure per l’installazione di elementi di sostituzione o di integrazione delle parti dei veicoli.
L’arte di tuning, ma non si può fare tutto
Nel mondo degli appassionati il tuning è visto come una specie di arte, perché c’è chi è esperto e capace di trasformare l’auto in stile “Fast and Furious”. Ma le auto delle scorribande di Vin Diesel e Paul Walker sono auto da film, la realtà e le leggi vigenti sono diverse.
Il Codice della Strada sottolinea che è “sanzionabile chiunque circola con un veicolo al quale siano state apportate modifiche alle caratteristiche indicate nel certificato di omologazione o di approvazione e nella carta di circolazione”.
Questo è il limite previsto e caricato di sanzioni, piuttosto pesanti, per i trasgressori. Oltre alla multa che può andare da 422 a 1697 euro, c’è anche il ritiro della carta di circolazione.Ogni modifica al veicolo, a prescindere da quale sia e di dive vada a incidere nel veicolo, deve essere controllata dagli uffici preposti, che come dicevamo, sono quelli che fanno capo al Dipartimento per i trasporti terrestri.
La visita e la prova del veicolo o delle componenti aggiuntive riguarda ogni modifica alle caratteristiche originali del veicolo, soprattutto quelle funzionali, sia come telaio che come motore. Quindi, a meno che non si aggiunga un componente che ha già passato l’omologazione come componente singolo dedicato ad una o a più tipologie di veicolo, ogni modifica del veicolo necessita dell’omologazione da parte dell’autorità competente.
Tuning, quali sono le modifiche più diffuse
Una delle più frequenti modifiche che si vedono sui veicoli sono quelle dell’impianto di illuminazione. Va ricordato però che il Codice della Strada prevede che le luci di un veicolo devono avere il colore annesso dalla legge e non può essere lasciato alla libera scelta del proprietario del veicolo.
Sembra un argomento privo di importanza, ma le luci devono essere di una determinata tipologia, cioè bianche o gialle quelle di posizione e di abbaglianti e anabbaglianti, rosse le posteriori e arancioni le laterali.
Quelle che spesso di vedono in giro, blu, verdi e così via, potrebbero essere illegali.La marmitta che fa invidia alle auto da corsa di una volta, con un rumore accentuato e assordante è illegale, perché i tubi di scarico dei veicoli devono essere quelli omologati per il relativo veicolo, oppure diversi ma omologati singolarmente.
I cerchi del veicolo sono senza dubbio uno degli elementi più modificati sulle auto. Ma sul libretto di circolazione sono stabiliti i limiti sulla misura delle gomme e molte volte si vedono veicoli che hanno cerchi e relativi pneumatici che difficilmente potrebbero essere tra quelli riportati sulla carta di circolazione come idonei al veicolo.
Minigonne e spoiler invece, sono in genere parti aggiuntive al veicolo, che non sono riportate sui libretti delle auto e su cui la legge da libertà al proprietario del veicolo. Su quest’ultimo però grava la responsabilità sulla sicurezza stradale, perché eventuali danni a terzi derivanti da parti non fissate bene all’intelaiatura originale sono addebitabili al proprietario.
I rischi per chi interviene sul motore
Impianti audio ultra potenti possono essere installati, ma il loro utilizzo segue le regole del disturbo della quiete pubblica. Così come neon e luci interne in stile “night club”, rosse, azzurre o simili, possono essere montate e usate, ma non col veicolo in movimento. Infine, una delle cose più delicate ma più adottate, cioè le modifiche al motore. Si possono installare parti omologate per il veicolo oggetto delle modifiche, anche se non originali.
Modifiche autorizzate per migliorare le prestazioni dell’auto, come il cambio del filtro dell’aria per esempio, ma non quelle che alterano il motore del veicolo e la centralina per avere maggiore potenza. Multa e ritiro della carta di circolazione anche in questi casi.
L’articolo n° 80 comma 7 del Codice della Strada consente alle Forze dell’ordine di richiedere alla motorizzazione di sottoporre a revisione straordinaria qualsiasi veicolo in caso di incidente o nel caso in cui a seguito di controllo ci siano seri dubbi sul fatto che il veicolo sia stato modificato in maniera tale da minare la sicurezza stradale.
Una volta ritirata la carta di circolazione, per riottenerla e per riportare in circolo il veicolo, occorrerà eliminare le modifiche apportate al veicolo e sottoporlo a controllo, con spese aggiuntive che naturalmente sono a carico del proprietario del veicolo.
E non va sottovalutato anche il fattore assicurazione in caso di incidente. Un veicolo elaborato può provocare la rivalsa da parte della compagnia di assicurazione se i danni al veicolo terzo o al soggetto che ha subito lesioni, risultino derivate dalle modifiche apportate al veicolo.