Impossibile che si spenga l’eco di una delle più grandi tragedie stradali nel nostro Paese: il crollo del Ponte di Genova (agosto 2018, con 43 morti). Solo i giudici potranno stabilire le cause e le colpe e punire i responsabili, come sempre. Nel frattempo Atlantia (Benetton),hondilng di Autostrade per l’Italia (gestore di quel tratto), si difende. Con un comunicato reso pubblico. Una risposta al commento “Autostrade, non è solo una questione di prezzo”, pubblicato da Affari & Finanza de La Repubblica a firma di Sergio Rizzo. Che magari controreplicherà.
Crollo del Ponte di Genova: cosa dice Atlantia
La sua difesa è su più punti, ne vediamo alcuni. Ma il comunicato è lunghissimo e molto articolato, prendendo in esame anche gli aspetti economico-finanziari di un’eventuale cessione di Aspi.
- Dopo il crollo del Ponte di Genova, c’è stata la ricostruzione del viadotto sul Polcevera a spese di Autostrade per l’Italia.
- Aspi ha indennizzato le attività economiche per intero.
- Si è fatto tutto quanto il possibile per velocizzare i risarcimenti alla sostanziale totalità dei familiari delle vittime. Senza attendere i tempi dei rimborsi assicurativi (con una spesa complessiva di quasi 600 milioni di euro). I giudici ancora non hanno accertato responsabilità e cause dell’incidente.
- Il viadotto nasce negli anni ’60 dallo Stato italiano che poi procedette nel 1999 alla privatizzazione di Autostrade, senza rilasciare alcuna garanzia ai compratori in merito allo stato delle infrastrutture affidate in concessione.
- Aspi ha investito quasi 12 miliardi di euro in nuove opere di adeguamento della rete. E più recentemente ha voluto attuare un vero e proprio “Piano di Trasformazione”.
- E ha inoltre proposto al Governo italiano un piano di ulteriori 14 miliardi di euro di investimenti e di 7 miliardi di euro di manutenzioni, fra cui molte straordinarie.
- Si impegna a destinare 3,4 miliardi di euro di misure integrative destinate alla comunità di Genova, a riduzioni tariffarie e a opere aggiuntive.
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