Momento particolare quello di Stellantis nel Bel Paese. La fusione di FCA e PSA che hanno creato uno dei principali colossi del settore auto nel Mondo, sta generando polemiche a non finire.
Diverse volte è uscita fuori la situazione dello Stabilimento ex FCA di Melfi in Basilicata, dove lavoratori e sindacati contestano la mancanza di un piano industriale e il ricorso costante a periodi di cassa integrazione se non peggio, per lo meno uguale al periodo precedente la fusione. Ma la situazione degli operai e dei lavoratori degli stabilimenti Stellantis e dell’indotto, è preoccupante ovunque, anche a Torino.
Tutto parte dal fatto che stando ai vertici dell’azienda, per l’Italia occorre abbassare il costo della produzione. E a dare manforte al sentimento di preoccupazione crescente, anche il sospetto che ormai la voce grossa nell’azienda, la fanno i francesi, con lo Stato transalpino che ha una quota di partecipazione in Stellantis, cosa che il nostro governo non ha.
La cassa integrazione a Torino
Diversi organi di stampa e siti di Torino e del Piemonte intero (come TorinoOggi.it), che senz’altro hanno meglio chiaro il polso della situazione vivendo la quotidianità delle dinamiche delle fabbriche torinesi, parlano di brutta sorpresa nell’uovo di Pasqua. Il riferimento è all’annunciata nuova tornata di cassa integrazione negli stabilimenti torinesi per la Primavera.
Si stima che saranno all’incirca 59 giorni di cassa integrazione, un numero che tiene conto della sommatoria dei giorni di CIG che interesseranno tutte le fabbriche torinesi, anche quelle dell’indotto. Una impressionante mole di lavoratori quella interessata da questa novità, perché sarebbero all’incirca 10400 soggetti tra fabbriche e uffici.
La Fiom in allerta
“Tornano a fiorire gli ammortizzatori sociali e si sa ancora poco dei nuovi piani industriali”, così si è espressa la Fiom, sindacato tra i più attivi in questa delicata fase in Stellantis.
Una fase che a Torino sta producendo un significativo aumento delle ore di cassa integrazione al momento solo annunciate. Il problema è che a pochi mesi dalla sopraggiunta nascita di Stellantis, l’uso degli ammortizzatori sociali sembra in risalita costante.
La cosa che preoccupa di più è che non ci sono settori o fabbriche in particolare ad essere interessate da tutti ciò. Sono quasi tutti i lavoratori di quasi tutte le fabbriche, indotto compreso, che verranno interessati da questa particolare situazione.
Ed è proprio la Fiom che ha prodotto il conto delle ore di cassa integrazione da spettarsi a partire prorpio da questo mese di aprile. Secondo il sindacato dei metalmeccanici che fa capo alla CGIL, la CIG arriverà a coinvolgere la stragrande maggioranza dei lavoratori delle fabbriche perché almeno una settimana toccherà praticamente a tutti.
Interessate quindi tutte le fabbriche, da Grugliasco a Powertrain, da Fca Services, a Stellantis Nv e fino al Centro ricerche.
“Con l’arrivo della primavera torna a fiorire anche la cassa integrazione negli stabilimenti torinesi di Stellantis che coinvolge complessivamente oltre 10.000 lavoratrici e lavoratori. Nell’ultima visita l’AD Tavares ha annunciato razionalizzazioni dei costi fissi degli stabilimenti italiani ed il primo effetto è stata la riduzione delle pulizie, la riduzione delle mense, la cassa integrazione. Al tempo stesso dei nuovi piani industriali di Stellantis poco si conosce e le notizie che arrivano dal mercato non sono positive”, questa l’invettiva della Fiom a nome di Edi Lazzi, suo segretario provinciale.
La sigla sindacale segue da vicino la situazione, soprattutto per il suo responsabile Stellantis, cioè Ugo Bolognesi. L’auspicio secondo quest’ultimo è che al già calendarizzato incontro del 15 aprile, si possa fare chiarezza sulle istanze dei lavoratori, preoccupati come sono del futuro, soprattutto di quello occupazionale in Stellantis.