Un’ascesa senza tregua quella della auto elettriche nel mondo e della creatura di Elon Musk: strepitosa Tesla alla riapertura di Wall Street. Azioni in evidenza con un guadagno superiore ai sette punti percentuali. Perché? Per l’aumento della domanda di vetture a pila, che sono il futuro. Con gli ultimi dati sulle consegne pubblicati, poi, è boom.
Il tutto, nonostante la pandemia, nonostante la carenza globale di pezzi di ricambio e di chip. C’è da chiedersi cosa accadrebbe se Tesla non avesse ostacoli di questo tipo.
Addirittura, 184.800 Tesla consegnate nel primo trimestre (vedi qui): le previsioni degli… esperti si fermavano poco sotto 169.000 unità.
Il fatto è che la sete di auto elettrica e di Tesla prende ormai tutto il globo. Altro che californiani a trainare il gruppo. Quo Cina ed Europa sono scatenate. Il mercato asiatico è il primo al mondo per dimensioni, per le motorizzazioni elettriche, per le potenzialità immense. L’Ue in parallelo spinge per l’elettrico, con le Case terrorizzate dalle mega multe se sforano i limiti ammessi di emissioni inquinanti.
Tesla alla riapertura di Wall Street: perché sale
Attenzione alle parole di Li Keqiang, primo ministro cinese, membro del Comitato permanente dell’ufficio politico del Partito Comunista Cinese. Numero due in Cina dopo il segretario generale Xi Jinpin. Dice che ci saranno investimenti sulla rete di ricarica. E se il colosso orientale si mette in testa un obiettivo, lo raggiunge.
Tesla gli ha fatto eco: “Siamo incoraggiati dalla forte accoglienza della Model Y in Cina. Stiamo procedendo rapidamente verso la piena capacità di produzione. Le nuove Model S e Model X sono state anche eccezionalmente ben accolte. E per il futuro? Obiettivo mostruoso: 840.000 unità minimo; un milione di esemplari massimo.
Eppoi Tesla crea lavoto. C’è la Gigafactory della Tesla alle porte di Berlino che è un progetto industriale immenso. La Casa californiana non ha mai fornito indicazioni precise sull’ammontare degli investimenti. L’intero progetto, stando al gossip automotive, incluso lo stabilimento per la produzione di batterie destinato a ricevere aiuti pubblici, parrebbe essere di 5,8 miliardi di euro.