L’Alfa Romeo Giulia Sprint GT Veloce nacque nel solco di una famiglia di vetture coupé 2+2, derivate dalla Giulia, che la casa del biscione produsse tra il 1963 e il 1975. Il suo design porta la firma di Giorgetto Giugiaro, allora in servizio presso Bertone. I tratti snelli, armonici e muscolosi del modello sono un’ulteriore prova della nobile paternità. È una bella auto, dal piglio sportivo, che interpreta al meglio i gusti della specifica clientela. Qui, del resto, stiamo parlando di un grande maestro dello stile, riconosciuto nel mondo per le sue eccelse doti creative.
La carrozzeria della Giulia Sprint GT Veloce era montata sul pianale della Giulia Ti, ma con passo accorciato. L’interasse si riduceva infatti da 2.510 a 2.350 mm, con implicazioni positive sull’agilità di marcia, dato importante per una coupé. Se ne giovava anche il look, con dei volumi fluidi e filanti, degni della scuola italiana. Classica l’architettura meccanica, con motore e cambio manuale a 5 marce disposti anteriormente, mentre la trazione era posteriore. Una scelta, quest’ultima, che regalava il piacere dinamico promesso dal marchio.
Alfa Romeo Giulia Sprint GT Veloce: un bel quadrifoglio
Il debutto in società dell’Alfa Romeo Giulia Sprint GT Veloce avvenne nel 1965. L’auto, per le sue doti stradali e per il fascino del suo design, entrò presto nel cuore degli appassionati, sedotti dalle sue alchimie. In questa declinazione, identificata dal codice seriale 105.36, regalava ulteriore tono alla normale Sprint GT. La potenza del motore bialbero da 1570 cm³, con basamento e testata in lega leggera, cresceva da 106 a 109 cavalli a 6000 giri al minuto, ma era soprattutto la migliore erogazione della coppia ad elevare il profilo prestazionale del modello, rispetto alla base di partenza. La distribuzione era a due alberi a camme in testa comandati da catena, con due valvole per cilindro. Una coppia di carburatori Weber doppio corpo da 40 mm provvedeva all’alimentazione del cuore meccanico.
Sul piano estetico, la maggiore verve era illustrata visivamente dai tre listelli cromati, che spiccavano sulla calandra anteriore a nido d’ape. Sui montanti posteriori fecero la loro comparsa dei vistosi stemmi smaltati con il simbolo del cuore sportivo: il Quadrifoglio Verde. A sottolineare il maggior prestigio di questa versione, ci pensarono pure degli interventi nell’abitacolo, che si giovò di finiture più accurate, ma di taglio sempre allineato all’indole dinamica e muscolare del modello.
Un’auto di grande piacevolezza dinamica
L’Alfa Romeo Giulia Sprint GT Veloce, fu prodotta fino al 1968. Questa vettura della casa milanese raggiungeva una velocità massima superiore ai 185 km/h. Lunga 4080 mm, larga 1580 mm e alta 1315 mm, aveva dalla sua anche una buona compattezza. Il peso in ordine di marcia era di appena 1020 chilogrammi. Il buon rapporto peso/potenza consentiva una buona accelerazione, testimoniata dal passaggio da 0 a 1000 metri in poco più di 31 secondi. Cifre di riferimento nella categoria di appartenenza e quasi degne di sportive più grosse e blasonate.
Alla bontà del quadro dinamico ci pensavano anche le sospensioni anteriori a ruote indipendenti con doppi quadrilateri, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici telescopici non coassiali e barra antirollio e le sospensioni posteriori a ponte rigido, con puntoni di reazione longitudinali, triangolo superiore antiscuotimento, molle elicoidali e ammortizzatori idraulici telescopici coassiali. I quattro freni a disco avevano il dovere di rallentare le danze dell’auto: un ruolo che svolgevano in modo dignitoso. Oggi l’Alfa Romeo Giulia Sprint GT Veloce continua ad essere amata dagli appassionati. Non poteva essere diversamente.