L’Alfa Romeo 33 TT3 della Scuderia Brescia Corse è un fiore all’occhiello del Museo del Motorismo Siciliano e della Targa Florio di Termini Imerese. Sponsorizzata da Armi Beretta, questa creatura guadagna le attenzioni di tutti i visitatori della struttura, rapiti dal fascino della sua storia e dalla splendida livrea, diversa dal classico rosso del Portello. Qui i colori sono il bianco e l’azzurro, che conferiscono un’impatto scenico diverso, ma sempre molto gradevole.
Al suo posto guida si sono seduti piloti come Carlo Facetti, Teodoro Zeccoli e PAM, pseudonimo racing di Marsilio Pasotti. Tra gli impegni agonistici del modello vanno citate alcune gare di rilievo del Campionato Mondiale Marche del 1973, a partire dalla 24 Ore di Le Mans. L’Alfa Romeo 33 TT3 della Scuderia Brescia Corse prese anche parte alle sfide di Monza e Zeltweng. Nel suo libretto agonistico ci doveva essere anche la Targa Florio del 1974, ma un problema elettrico impedì alla vettura di disputare quell’edizione della corsa siciliana. Oggi, per conoscerla meglio, ci si può abbandonare alle parole di passione e competenza di Nuccio Salemi, direttore del museo che al momento la ospita.
Caratteristiche tecniche
L’Alfa Romeo 33 TT3 deve le lettere della sua sigla alla presenza di un telaio tubolare. In essa, il nuovo spaceframe in acciaio aveva sostituito la monoscocca in lamiera di alluminio della precedente 33/3. Il motore si legava a quello dell’antesignana, ma era più estremo nelle sue componenti. Fra gli interventi, anche un disegno nuovo delle testate. Così la potenza del suo V8 a 32 valvole di 3 litri toccava quota 440 cavalli a 9800 giri al minuto. Una cifra non lontana da quella del contemporaneo cuore a 12 cilindri usato da Ferrari sulla 312.
Con simili valori in ballo, la forza della spinta è facilmente intuibile, specie tenendo conto del peso di soli 650 chilogrammi. Il nuovo cambio a 5 marce aiutava a scaricare a terra l’energia, per sfruttare bene il suo vigore. Rispetto alla 33/3 il passo risulta maggiorato. Cambiano anche i serbatoi di sicurezza.
Alfa Romeo 33 TT3: origini nobili
Come avrete intuito, l’Alfa Romeo 33 TT3 della Scuderia Brescia Corse appartiene a una stirpe di grande storia, quelle delle Tipo 33 da gara, prodotte fra il 1967 e il 1977. Queste creature hanno preso parte al Campionato del Mondo Sport Prototipi, mettendo in cassa due preziosi successi nel 1975 e 1977. In quella coppia di anni salirono nell’Olimpo della specialità. Non mancarono neppure le partecipazioni alla serie CanAm e alla cronoscalate.
Fra i modelli più noti della serie c’è la 33/2, suo primo step evolutivo, il cui debutto risale al 1968. Questa vettura, nata a cura del Reparto Corse Alfa Romeo, mise a segno una tripletta alla 24 Ore di Daytona, ma anche la vittoria di classe alla Targa Florio, alla 1000 km del Nurburgring e alla mitica 24 Ore di Le Mans. La spinta faceva capo a un V8 di 2.5 litri con 320 cavalli all’attivo.
Un albero familiare di pregio
Ancora più famosa è la 33/3, con motore V8 di 3 litri, in grado di esprimere una potenza massima di 425 cavalli. Il suo debutto avvenne alla 12 Ore di Sebring del 1969. In quella stagione sportiva l’Alfa Romeo giunse terza nel mondiale marche, come nell’anno precedente. Buoni i piazzamenti nel 1970, ma lo splendore dell’auto emerse meglio nel 1971, quando gli interventi migliorativi eseguiti dai tecnici consentirono a Nino Vaccarella e Toine Hezemans di vincere la Targa Florio e ad Andrea de Adamich ed Henri Pescarolo di imporsi alla 1000 km di Brands Hatch.
Notevole la fama dell’Alfa Romeo 33 TT/12, nata dall’ingegno di Carlo Chiti. Qui il motore di 3 litri erogava oltre 500 cavalli di potenza. Questo modello, nel 1974, mise a segno il successo alla 1000 km di Monza, ma fu l’anno dopo che diede la gloria al marchio del “biscione” nel campionato sport prototipi, grazie soprattutto alle sette vittorie guadagnate in gara.
Celebre anche la SC 12, spinta da un motore boxer a 12 cilindri di 3 litri, con oltre 500 cavalli di potenza. Il modello, prodotto dal 1976 al 1977, si impose nel secondo dei due anni, vincendo nella propria categoria tutte le gare in calendario. Ci fu anche una versione sovralimentata da 2.1, in grado di sviluppare la mostruosa potenza di 650 cavalli. Quelle citate prima furono tutte splendide sorelle dell’Alfa Romeo 33 TT3 della Scuderia Brescia Corse, protagonista indiscussa del nostro post.