Fra le auto del “cavallino rampante” custodite in garage da Adam Levine, c’è anche una Ferrari 365 GTB/4 Daytona del 1971. Non è forse la regina della sua collezione, ma si colloca al vertice. A questo punto immagino che siate curiosi di scoprire quali siano le altre “rosse” del leader dei Maroon 5. Eccovi serviti: una 250 GT Berlinetta Lusso del 1963, una 275 GTB del 1965, una 330 GTC del 1966, una 365 GTC del 1969 e una più recente F12tdf del 2017, personalizzata dal reparto Tailor Made. Potrebbero non essere tutte, perché la scuderia del cantante ogni tanto si aggiorna.
Oggi, però, vogliamo concentrarci sulla sua Ferrari 365 GTB/4 Daytona, scelta nel colore istituzionale delle auto da gara di Maranello. Questa vettura è un grande classico del marchio emiliano e si è ritagliata uno spazio importante nella sua storia. Il nome racconta molte caratteristiche del modello, a partire dalla cilindrata unitaria di 365 centimetri cubi. GTB sta per Gran Turismo Berlinetta, 4 indica il numero di alberi a camme. Il soprannome Daytona è un omaggio al successo conseguito nella celebre località americana dalla 330 P4, nella 24 Ore del 1967, quando tre “rosse” in parata tagliarono la linea del traguardo.
Prodotta dal 1968 al 1974, la Ferrari 365 GTB/4 Daytona è una delle auto sportive più amate di tutti i tempi. Il merito è in parte ascrivibile alla splendida linea disegnata da Pininfarina, che ha saputo miscelare in modo lodevole gli elementi del quadro. La scena è dominata dal lungo cofano anteriore, che ospita un potente motore V12 di 4.4 litri, capace di erogare la ragguardevole potenza di 352 cavalli, all’epoca non proprio comune. Se le cifre sono impressionanti, anche le emozioni sono al top. Del resto, a Maranello coi propulsori ci hanno sempre saputo fare, pure in termini sonori. E qui le musicalità meccaniche sono da grande orchestra. Il giusto condimento per un capolavoro senza tempo, che inebria nelle sue dinamiche.
Ferrari 365 GTB/4 Daytona: un’opera d’arte
La presentazione del modello avvenne al Salone dell’Automobile di Parigi del 1968. Anche se la distribuzione dei volumi era quella della precedente 275 GTB/4, il taglio degli stessi risultava molto più affilato. Il cuore di 4.390 centimetri cubi, disposto in posizione anteriore longitudinale, era abbinato a un cambio manuale a 5 marce collocato al retrotreno, in blocco col differenziale autobloccante. Per capirci, lo schema transaxle. Lo chassis era a traliccio di tubi a sezione ellittica e circolare in acciaio. A vestirlo ci pensava una carrozzeria da sogno.
Notevole il quadro prestazionale. Accelerazione da 0 a 100 Km/h in 6.1 secondi, 400 metri con partenza da fermo in 14.2 secondi, 1000 metri con partenza da fermo in 25.1 secondi. La velocità massima si spingeva fino ai 280 km/h: roba da mettere paura anche oggi. Alle buone dinamiche della Ferrari 365 GTB/4 Daytona concorrevano le sospensioni a ruote indipendenti con quadrilateri sovrapposti. Il compito di smorzarne le danze era affidato a dei freni a disco autoventilati, con servofreno. Facile immaginare come su questa vettura Adam Levine dei Maroon 5 possa concedersi delle sensazioni stellari, anche sul piano melodico.