Quando alla Ferrari 250 GTO si accostano fisicamente la Ferrari GTO (nota come 288) e la Ferrari 599 GTO si completa una stirpe di auto da sogno. Ad unirle ci pensa una sigla che fa vibrare l’apparato emotivo di ogni appassionato: GTO, acronimo di Gran Turismo Omologata. Queste tre lettere descrivono l’eccellenza assoluta, in tre periodi storici diversi. Ovvio che la più leggendaria del gruppo sia la più anziana.
Nel video possiamo ammirarle insieme, grazie all’assortimento di tesori presenti da Joe Macari a Londra. La 250 GTO è la stessa che, qualche tempo fa, abbiamo visto a spasso, ripresa da una Bugatti Veyron. Prima di gustare i preziosi fotogrammi del video, facciamo un breve ripasso delle tre protagoniste.
Ferrari 250 GTO
Qui il mito di Maranello si sublima. Come abbiamo riferito in un precedente post, la Ferrari 250 GTO è l’essenza del “cavallino rampante“, la sintesi del suo spirito. Quando si parla di vetture leggendarie, il riferimento a questa creatura è il più pertinente in assoluto. Stiamo parlando della regina dell’intero comparto automobilistico. Se le linee sono meravigliosamente belle – anche se nate per le corse e non per i concorsi d’eleganza – la meccanica non è da meno.
Cuore pulsante della “rossa” per antonomasia è un motore V12 di tre litri di cilindrata, che eroga 300 cavalli di potenza. Il vigore di questa scuderia Made in Maranello è accompagnato da melodie fantastiche. Roba da pelle d’oca. Il grande maestro Herbert von Karajan aveva proprio ragione: queste musicalità meccaniche sono così belle che nessun direttore d’orchestra potrà mai interpretarle in modo degno. Per rendersene conto, bisogna ascoltare le note del dodici cilindri ospitato nel lungo cofano anteriore, in posizione arretrata. Le parole, infatti, non posso descrivere questa magia, come non possono descrivere la magia del suo comportamento dinamico.
I successi sportivi ne confermano le doti: sono stati tre i titoli mondiali conquistati dalla Ferrari 250 GTO tra il 1962 e il 1964. Una vera dominatrice nei campi di battaglia del motorsport. Questa superba creatura manipola a suo piacimento il DNA degli appassionati, che trovano in essa una sirena irresistibile, nata da un processo genetico eseguito nei laboratori del “cavallino rampante”. In essa si coglie in pieno la passione, la competenza e l’amore di chi l’ha concepita. Chapeau!
Ferrari GTO
Questa supercar, nota anche come 288 GTO, prese forma tra il 1984 e il 1985. Le sue linee muscolose evocano quelle della 308 GTB, ma esprimono un livello di aggressività molto più alto. Del resto, anche le performance sono di un altro pianeta. Qui abbiamo a che fare con una belva spinta da un motore V8 biturbo da 2.855 centimetri cubi, con iniezione elettronica Weber-Marelli IAW, che eroga una potenza massima di 400 cavalli. Una cifra notevolissima nel 1984, quando questo magnifico fiore sbocciò nel prato di Maranello.
Con una simile scuderia e un peso di 1160 chilogrammi le prestazioni non potevano che essere stellari. Ecco alcune cifre: velocità massima di 305 km/h, accelerazione 0-100 km/h in 4.9 secondi, 0-400 metri in 12.7 secondi, chilometro con partenza da fermo in 21.7 secondi. Credo che non si debba aggiungere altro per comprendere il suo temperamento. Ad assecondarlo ci pensava una finezza di guida sconosciuta alle altre supercar dell’epoca. Questo gioiello di razza, firmato Pininfarina, coniuga al meglio la bellezza alla sportività, in un quadro emotivo al vertice.
Oggi la Ferrari GTO è molto ricercata dai collezionisti, ma è difficile che qualche proprietario voglia disfarsi di uno dei 272 esemplari prodotti, perché di questa creatura ci si innamora e perché con questa creatura ci si sposa, con pochi rischi di divorzio. Negli scorsi giorni ci siamo occupati di uno dei suoi clienti speciali: Mick Jagger, leader dei Rolling Stones.
Ferrari 599 GTO
Si tratta di una berlinetta estrema, nata in serie limitata di 599 esemplari. Pur discendendo dalla 599 GTB Fiorano, la Ferrari 599 GTO è il frutto di un concept totalmente innovativo, che ne estremizza l’anima sportiva. Sembra infatti la versione stradale della 599XX, vettura laboratorio di uso pistaiolo e non agonistico, cui in qualche modo è connessa. Il suo motore V12 aspirato di 6 litri eroga una potenza massima di 670 cavalli a 8250 giri al minuto e fissa il picco di coppia a quota 620 Nm a 6500 giri al minuto. Il tutto su un peso di 1495 chilogrammi.
Tradotto in prestazioni ciò equivale ad un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.3 secondi e da 0 a 200 km/h in 9.8 secondi. La velocità massima dichiarata è di oltre 335 km/h. Fra le unicità della 599 GTO vi è l’innovativo metodo di sviluppo che ha integrato fin dall’inizio un assetto meccanico portato “al limite” e i più sofisticati controlli elettronici. Un sistema mai utilizzato in precedenza per le vetture di gamma, anche se alta. Il risultato è un sottosterzo ridotto al minimo e un comportamento estremamente reattivo in ogni situazione.
L’auto ha portato al debutto nel mercato delle stradali diverse soluzioni avanzate. Tra queste, i freni carbo-ceramici di seconda generazione, più leggeri e performanti rispetto ai precedenti. Poi ci sono i wheel doughnuts, che hanno la duplice funzione di aumentare l’efficienza aerodinamica e migliorare il raffreddamento dell’impianto frenante. Inedita anche l’interfaccia uomo macchina che, con il Virtual Race Engineer (VRE), comunica costantemente al pilota il livello di prestazioni ottenute.
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